domenica 21 novembre 2010

Week end di fine novembre a Montreal

Come si vive in questa landa disperata, in questo angolo di Mondo descritto da alcuni come un endroit devastato dalla polizia e dal governo sanguisuga, da false illusioni e popolato da immigranti ingenui che vagano per il Mondo inconsapevoli prede del gatto quebecchese e della volpe ontariana? Questo post ha come obiettivo la descrizione di un fine settimana normale di una famiglia media composta da due adulti e due bambini di 3 e 6 anni, arrivati da quasi 4 mesi e senza particolari esigenze o problemi. Insomma un tuffo nella banalità della vita ordinaria di una famiglia media, sana e fortunata.

Il fine settimana inizia con una sveglia alle 08.00 e una normale colazione (yoghurt, frollini con nutella, latte schiumato e nesquik, caffè da moka e un po' di frutta) a cui segue una battaglia senza pietà per prepararsi a uscire di casa prima di mezzogiorno. Ieri la giornata era molto bella, sole e 4 gradi, ma con un po' di vento, allora abbiamo deciso di andare in centre ville in metropolitana e con un passeggino. 
2,75 dollari per adulto e in 25 minuti siamo sbarcati direttamente dentro il centro fiere di Place Bonaventure in pieno centro. Dal 17 al 22 novembre è in programma la Fiera del libro di Montreal e abbiamo scelto di  fare un salto alla fiera anzichè schierarci ai lati di Rue St.Catherine lungo la quale dalle 11.00 si svolgeva il defilè di Pere Noel, una sfilata di carri con musica e animazione che da 60 anni si ripete per la gioia dei bambini e la disperazione dei pediatri (se li trovate). Stare fermi per 2,5 ore a 4 gradi in attesa del passaggio di Babbo Natale ci è sembrata una sfida insana al sistema sanitario provinciale e abbiamo optato per la calma e la climatizzazione della Fiera del Libro. Ingresso 8 dollari per adulto, free per i bambini, percorso facilitato per i passeggini e tantissimi stand con libri infanzia e adolescenza, fumetti e storie di draghi, mostri e pirati. In Fiera ho potuto vedere il Generale Dallare (già a capo del contingente ONU in Ruanda e autore del libro "Ho stretto la mano al diavolo, storia di un fallimento mondiale", ora senatore e promotore di iniziative di aiuto umanitario per i bambini soldato), autori vari che firmavano libri e due piccole esibizioni per bambini. La Fiera non è nè vasta nè frequentata nè piena di eventi e espositori come il Salone del Libro di Torino, ma è accogliente, completa, interessante e molto facile (con ascensori per i passeggini, area baby con forni a microonde, fasciatoio, divani e giochi per i più piccoli). Alle 14.00 siamo usciti e abbiamo deciso di tornare a casa a piedi poco più di 5 km con un passeggino e tre camminatori. Piano piano, tra un parco e l'altro, un divano sfondato e un sacchetto dell'immondizia abbandonato sul marciapiede, un grattacielo scintillante e uno scoiattolo infreddolito siamo arrivati su Du Parc, dove abbiamo fatto la spesa da PA e ricevuto una scatola di Smarties da Nello, il responsabile del negozio che visto un bambino piangere lo ha consolato con le caramelle. Spesa normale (frutta e verdura ottime e di stagione con qualcosa di serra e di importazione USA e Messico), prezzi normalissimi. Arrivati a casa, io sono andato a prendere in auto la parte della spesa più ingombrante (acqua gasata, un lusso al quale stiamo facendo fatica a rinunciare) e alcuni prodotti che non avevamo trovato da PA (feta di vacca cugina di una vacca di mondragone, gelato e mezze libanesi). A cena (gnocchi e erbazzone con torta di mele e cioccolato), alle 20.00, abbiamo avuto degli amici con cui abbiamo parlato di nostalgia, di Quebec, di politica e di scuola. Domenica ci siamo svegliati con il sole e -3 gradi con un po' di vento e temperatura percepita -7°. L'adulto sportiva è uscita a correre, noi ci siamo preparati, facendo colazione e giocando. Poi alle 12.00 siamo usciti a piedi e siamo scesi in città (altri 5 km), direzione Museo delle Belle Arti. Piano piano, con due passeggini questa volta e un bel freddo, siamo arrivati a destinazione. Passeggini e giacche al guardaroba (gratuito), siamo entrati nel museo (gratuito) e siamo andati al laboratorio per bambini (gratuito). Dopo una mezzoretta di disegni, siamo scivolati tra le sale di Napoleone, i fiamminghi e Picasso e alle 15.00 siamo usciti, direzione centro commerciale per acquistare paraorecchi, guanti e cuffie imbottite. A La Baie oggi c'era lo sconto del 25% così abbiamo comperato quello che ci serviva senza ressa e confusione e ci siamo incamminati per il ritorno a piedi. Arrivati a casa con il buio, abbiamo cenato, fatto i compiti e visto un po' di cartoni. Poi buonanotte a tutti. 
Insomma niente di eccezionale, ma un bel fine settimana facile e noioso!
L'altra voce del coro dice che enfatizzo, che non racconto delle incazzature per le corse nel museo, per i guanti che si perdono, per le cuffie che non si mettono, per la pipì che arriva sempre all'uscita dei locali, del freddo becco che ti fa paura pensando all'inverno (siamo in primavera in effetti...) e del mio pessimo carattere.
In ogni caso non si sta male.

giovedì 18 novembre 2010

Svago o la gita fuori porta

Uno degli svantaggi di vivere in Nord America è che non si può fare la gita fuori porta per vedere i mercatini di Natale, a Monreale o a Segesta, a Firenze, a Venezia, a Modena a mangiare il cotechino o a Parma a assaggiare il culatello. Non sembra, ma ci sono alcune cose scontate che qui prima o poi ti mancano. Montreal è bellissima (per me), ma dove andiamo il fine settimana se vogliamo fare un' uscita italiana classica? Da nessuna parte.
Però, New York si raggiunge in 6 ore di autostrada (gratuita).
Così come Boston o il Maine o il Vermount. 
Insomma, non andremo al November Porc, ma dire che sabato mattina andiamo a New York per fare una gita e vedere i regali di Natale fa molto figo! Poi c'è il rischio di incontrare Mastella o Bassolino o il Trota in missione pagata dai contribuenti, ma pazienza.

50 motivi per andare a New York.
MODA - Le zone di moda tra i giovani oggi sono quelli di Williamsburg e Park Slope a Brooklyn. Superato il ponte, doverosamente a piedi (occhio agli uomini-jet sulla preferenziale ciclabile), merita un giro Dumbo, il quartiere delle gallerie e degli artisti. Empire Fulton alla domenica è l’alternativa al tutto esaurito sul verde di Central Park per il pic nic. Per chi vuole rilassarsi fino in fondo, al tramonto c’è pure l’angolo dello yoga. Tornando a Manhattan, in fondo a St. Mark’s Place, via demodé stile Camden Town londinese si trovano tante cose inutili.

ATTIVITA' SALUTISTA - Giocare a freesbe a Sheeps Meadow, in pieno Central Park, vi farà sentire già più a casa. Sempre nel Parco ci si può iscrivere al circolo di tennis. Basta registrarsi per giocare in giornata (www.nytennis.net/centralparktenniscenter.com). Sarete newyorchesi modello quando potrete entrare (e uscire) a testa alta dal playground di West 4, sulla Sesta, uno dei più famosi e competitivi della terra. Si gioca a basket, ma anche a squash coi guanti o a mani nude. Per gli italiani in astinenza da calcio (guardato) il ritrovo è il Nevada Smiths (www.nevadasmiths.net). Vietato ai minori di 21 anni, è il pub con più televisori accesi sul calcio in diretta da tutto il mondo. L’indirizzo più tranquillo è quello del parco di Washington Square, dove potete sfidare a scacchi gli studenti dell’università di Nyu protetti dagli scoiattoli, assoluti dominatori del giardino.

MANGIARE- Il bistrot Lucky Strike (www.luckystrikeny.com), a Soho, è dello stesso proprietario di tre dei più celebrati ristoranti di New York (Pastis, Balthazar e Schiller’s), ma con conto più abbordabile e atmosfera più americana. Stessa clientela: musicisti come manager appena usciti da Wall Street. Momofuku (www.momofuku.com) all’East Village. Dieci portate a prezzo fisso (60 euro, ma le scaglie di foie gras e lychee vale la cifra) per una cena fusion dallo chef più celebrato del momento, David Chang. Peter Luger (www.peterluger.com) a Brooklyn detiene la palma di miglior steak-house d’America. Il problema è che bisogna prenotare almeno 5 giorni d’anticipo. Stile bavarese, camerieri e gestore molto poco cordiali. La miglior alternativa per carnivori è Buenos Aires, nell’East Village (www.buenosairesnyc.com). Con (molti) meno dollari si può mangiare la favolosa Entrana Especial. Per il brunch domenicale, invece, il meglio è Aurora (www.auroraristorante.com), a Brooklyn. A pranzo durante la settimana localini interessanti tra Soho e Nolita. Da Bread (20 Spring Street), serviti da giovani attrici che arrotondano servendo ai tavoli, capite che la gestione è italiana dalla ciotolina d’olio offerta per aperitivo. Altro pesce si mangia da Pearl (www.pearloysterbar.com), nel Greenwich. Accompagnato da vino bianco della casa, seduti alla barra, l’ottimo lobster roll, il panino con l’aragosta. Da segnalare tra le nuove aperture il dessert club Chikalicious (www.chikalicious.com), nell’East Village, il primo ristorante di soli dolci a New York.

LA TOP FIVE DELL’HAMBURGER- I newyorchesi di lunga data si dividono tra P.J. Clarke's (www.pjclarkes.com) e JG Melon (Terza angolo con la 74esima), nell’Upper East. Tra gli hamburger di nicchia si distingue Burger Joint, nascosto tra i lustrini della hall dell’hotel Meridien: posto magico che sa di “old America” (57esima a due passi da Central Park). Per l’ambiente (oltre che per rapporto qualità prezzo del panino) da segnalare Diner (www.dinernyc.com), a Williamsburg: atmosfera da Happy Days, menu del giorno scritto a penna sulle tovaglie e Corner bistrot (Quarta angolo Jane Street), centenario baretto del West Village con birra a tre dollari e scelta gastronomica limitata all’osso: hamburger o hamburger.

BERE QUALCOSA- Imperdibile un “drink in quota” sul terrazzo dell’Hotel Empire (www.empirehotelnyc.com), nell’Upper West, di fronte al Lincoln Center. Atmosfera “old New York” al Rose Bar del Gramercy Park Hotel (www.gramercyparkhotel.com), tra dipinti di Julian Schnabel, camini e tavolo da biliardo illuminato da candele. Aperitivo consigliato al bar dell’Hudson Hotel, rimodernato da Philippe Stark (www.hudsonhotel.com): lobby con soffitto d’edera e stanze ispirate alle cabine dei vecchi transatlantici. Per un semplice caffè,Porto Rico, torrefazione alle porte del West Village (angolo Bleecker Street e Minetta Lane).

L’ANGOLO DELLA CULTURA- Al Moma (www.moma.org), il Museo d’Arte Contemporanea più ricco al mondo, il venerdì pomeriggio si entra gratis. Sei piani (imperdibili i due più alti) e un degno cortile con sculture tra le panchine. Merita una visita, magari al sabato pomeriggio, il PS1, distaccamento del museo nel Queens. Arte americana di livello al New Museum (www.newmuseum.org) sulla Bowery.

ACQUISTI ALTERNATIVI (O DI SECONDA MANO)- Vecchi vinili, ma anche abiti vintage e cibo bio si trovano durante il week end al Flea Market di Brooklyn (www.brownstoner.com/brooklynflea). L’equivalente di 10 Corso Como milanese per lo shopping artistico è Jeffrey (www.jeffreynewyork.com) nel Meatpacking, ex quartiere di macellerie oggi tutto loft di artisti e negozi alla moda. Per gli amanti dei libri si può fare scorta di libri usati a un dollaro da Strand (www.strandbooks.com).

TIRARE (MOLTO) TARDI- Serata del giovedì al Joe's Pub (www.joespub.com). Divanetti di velluto e cucina italiana. Il massimo per cabaret e concerti che svariano dal folk all’hip hop. Venerdì da Nublu (www.nublu.net), piccolissimo bar dell’East Village dove si beve birra fino alle 5 del mattino ascoltando musica live di grande qualità. Sabato invece Shelter (www.clubshelter.com), con i neri maestri della deep house e una terrazza su cui aspettare l’alba. Alternative valide sette giorni su sette. The Box (www.theboxnyc.com) nel Lower East Side. Una ballroom anni Venti resa nobile da spettacoli di burlesque di livello. Per la musica dal vivo, Bowery Ballroom (www.boweryballroom.com). Il miglior jazz si ascolta al Fatcat (www.fatcatmusic.org). Per la serie New York è bella perché varia, localino nel West Village che riesce ad abbinare jam session jazz a tavoli da ping pong e backgammon.
(tratto dal Corriere della Sera di un giorno qualsiasi che non ricordo)

lunedì 15 novembre 2010

FAQ - Emigrare in Quebec ultima puntata

Terza ed ultima puntata del tema "Domande e Risposte".  Lascio lo spazio per un ultimo Speciale FAQ, che preparerò se riceverò qualche indicazione specifica dal gentile pubblico o che mi terrò di scorta in caso di un mio calo di entusiasmo.
Nel frattempo, qui stiamo aspettando il cattivo tempo e il freddo che arriverà nel prossimo fine settimana.  Dopo la visione del programma di Fazio-Saviano, la richiesta di visti per emigrare in Canada o emigrare in Quebec aumenterà? L'Ufficio visti di Roma sta tremando?  Grazie a tutti. Buona giornata.
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D. La mia patente di guida italiana è valida in Quebec?
R. Eh no. Come turista la patente è valida senza alcun problema e senza l'obbligo di avere la patente internazionale, ma come residente permanente hai l'obbligo di convertire la tua patente italiana nella patente del Quebec. L'Italia, paese della Ferrari, di Nuvolari, dei tutor fasulli e dei 200 km/h in autostrada, è uno dei pochi Paesi europeei che si è dimenticato di rinnovare la convenzione di mutuo riconoscimento della patente. La conversione della patente prevede esame orale (test a risposte fisse al computer) e esame pratico con ispettore. Non è difficile, ma è impegnativo, le regole sono in parte diverse (svolta a destra ai semafori rossi, stop, ecc.) e alcuni segnali hanno colori e simboli diversi. Tempi richiesti per fare il tutto: un mese tra prenotazione e effettuazione esame teoria e partica.

D. Esistono i servizi di medico di famiglia e di pediatra in Quebec?
R. Esistono, ma non come in una città di provincia del Nord Italia. Qui è praticamente impossibile avere un medico di famiglia, così come un pediatra. Le liste di attesa sono spropositate. In caso di malattia si va all'ambulatorio di quartiere, in caso di urgenza si va in ospedale. Altrimenti si acquista un servizio di medicina di famiglia privato (dai 1500 ai 3000 $ all'anno per persona). 

D. E' meglio spedire o portare i documenti all'Ufficio visti ? E' meglio farsi spedire o ritirare di persona i documenti dall'Ufficio visti ?
R. E' meglio portarli di persona, ritirare una ricevuta di consegna e essere sicuri che li abbiano ricevuti. E' meglio presentarsi di persona e ritirare i visti, controllare che le informazioni siano corrette e salutare per l'ultima volta l'Ufficio Visti.

D. Devo spedire anche le pagelle con i voti al BIQ di Parigi ?
R. Io non l'ho fatto. Ho spedito i certificati scolastici con voto finale e i diplomi, medie, superiori e laurea fotocopiati e autenticati.

D. Esiste il certificato penale ad uso emigrazione ?
R. Sì. Contrariamente a quanto detto in un precedente post, Simona 2 mi ha segnalato che a Trento è riuscita a farselo fare. Si deve richiedere il certificao USO EMIGRAZIONE (ART. 24 D.P.R. 14/11/2002 N. 313).

D. Posso portare il Parmigiano Reggiano ?
R. Puoi portare fino a 7 kg a persona di formaggio sottovuoto. L'ho fatto e l'ho dichiarato alla dogana. nesuna spesa e un grande sorriso.

D. La banca e il credito ?
R. Nessun problema, qui ti aspettano. Le banche sono rigide e rigorose, ma sono pronte a disputarsi il cliente e l'immigrante è un cliente fedele, lavoratore, serio e motivato, in genere. Da qualche mese ti danno anche la possibilità di avere una carta di credito con 1000 $ di limite, non molto, ma va bene così. In 40 minuti apri il conto e ti danno la carta di debito e gli assegni, l'accesso via internet al conto e una assistenza continua. Le banche sono aperte fino alle 17 o alle 18 e un giorno a settimana fino alle 20.00. State attenti alla banca italiana che per un bonifico dall'Italia al Canada è capace di succhiare 120 euro.

D. La carte Soleil e l'assicurazione sanitaria ?
R. La Carte Soleil è la carta rilasciata dalla RAMQ (il Servizio Sanitario provinciale) che ti riconosce come cittadino che ha diritto all'accesso alla sanità pubblica e che è coperto dalla previdenza sociale. Tra il giorno dell'arrivo in Canada e il rilascio della Carte Soleil trascorrono in teoria 90 gg durante i quali non hai alcuna copertura sanitaria se non per le urgenze. In questo periodo puoi (ma non sei obbligato) essere coperto da una assicurazione privata. Non esiste l'obbligo ma spesso, se hai dei bambini iscritti a qualche attività o se devi fare la patente, ti chiedono la copia di una assicurazione. Il mio consiglio, grazie a Davide , è di stipulare l'assicurazione nei giorni successivi all'arrivo (hai 7 giorni di tempo) via internet con www.bluecross.ca/francais/default.html. Blue Cross è una delle assicurazioni più conosciute e affidabili del Nord America, il palazzo è su Sherbroock vicino al Museo McCord. Il prezzo è meno della metà che in Italia con Europe Assistance. Uno dei vantaggi è che puoi farla della durata che preferisci. Trucco: i 90 giorni iniziano il primo giorno del mese del tuo arrivo, per cui se arrivi in Quebec il 25 del mese puoi fare l'assicurazione per soli 2 mesi...
D. Cosa si mangia a Montreal ?
R.  Molto bene. Abbiamo anche trovato la Pizzeria (Prato su Blvd St.Laurent) con forno "a carbone". Pizza ottima, gentili, prezzi ok e locale adatto alle famiglie. A Montreal puoi fare il giro del Mondo tra ristoranti haute gamme, cinesi, portoghesi, classici, bitro, ecc. Qualità ottima, prezzi abbordabili, servizio più che buono, divertimento e varietà assicurati. Per i ristoranti consiglio la Guida di Lapresse.

lunedì 8 novembre 2010

FAQ - Emigrare in Quebec 2 puntata

Continuo, come promesso, con il tema "Domande e Risposte", variando gli argomenti con domande pre- e post-visto.
A proposito di cialtronate, l`ora legale é arrivata anche in Quebec. Da ieri, siamo a -6 rispetto all`Italia. Se avete domande particolari o curiosità che non riuscite a trattenere, scrivete un commento al post, anche semplicemente come anonimi senza registrare un profilo. Grazie a tutti. Buona giornata.
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D. Quali sono gli interlocutori principali per la pratica del visto?
R. Per il visto come residente permanente in Canada, provincia del Quebec, viene applicata una procedura speciale, perché il particolare statuto di "Stato nello Stato", riconosciuto alla Provincia del Quebec, delega al Ministero Immigrazione Provinciale la selezione dei candidati. Per ottenere il visto, gli uffici di riferimento sono, quindi, due: il BIQ (Ufficio Immigrazione Quebec), con sede a Parigi, per la selezione e il rilascio del CSQ per i residenti europei e l`Ufficio Visti dell`Ambasciata di Roma, per il rilascio del Visto vero e proprio per i cittadini italiani e della regione sud Europa.

D. Come e quando si viene contattati dai due Uffici?
R. Le occasioni di contatto con gli Uffici preposti sono state, nel nostro caso, le seguenti: invio del dossier a Parigi, risposta del BIQ (tramite lettera semplice) per l`assegnazione del numero di riferimento; convocazione al colloquio di selezione al BIQ a Parigi (lettera semplice), colloqui e rilascio immediato del CSQ; invio del dossier all`Ufficio Visti a Roma e risposta (lettera semplice) dell`Ufficio Visti per l`assegnazione del numero di dossier; lettera (raccomandata AR) dell`Ufficio Visti per la visita medica; comunicazione dell`Ufficio Visti (email) con la conferma del rilascio del visto.

D. Come deve essere compilata la lista di esportazione dei beni personali ?
R. Noi abbiamo utilizzato 3 documenti per esportare, sdoganare e importare i nostri beni (comprensivi di biciclette, vino, mobili, vestiti, beni alimentari secchi, ecc.). La lista di carico del trasportatore, una mia lista generale, in excel, in cui elencavo tutti i beni (10 pantaloni, 1 computer, 50 giocattoli bambini, 100 libri, 1 caffettiera, ecc.) in ordine alfabetico che ho consegnato all`Immigration e alla Dogana all`arrivo in aeroporto, un`altra lista (identica alla seconda) suddivisa però per argomenti (vini, elettronica, libri, vestiti, cucina, ecc.) che ho consegnato alla Dogana prima di liberare il container, valorizzandola genericamente in un importo indicativo del valore totale dei beni. Inoltre la lista dei vini era valorizzata a parte, perché i vini sono sottoposti a una tassazione di favore, ma speciale.

D. Esiste un modo per velocizzare le pratiche?
R. Da italiano mi dico che é impossibile che non ci sia, ma io ho provato di tutto e non ho trovato alcuna possibilita`di "accelerazione".

D. Posso portare la mia auto in Quebec ?
R. No. Puoi portare la tua auto solo se sei un turista di passaggio e non riesci a vivere senza il tuo magnifico SUV bianco, con le cromature sul predellino, gli interni poltrona Frau e il simbolo dell`UNICEF sul tetto. Come Residente Permanente la tua auto deve sottostare alle disposizioni in tema di sicurezza stradale che nessuna auto, che non sia venduta in Nord America, possiede. Per cui vendila prima di partire.

D. Quali documenti tradotti in lingua sono utili in Canada ?
R. Certificato di nascita, stato di famiglia, certificato di matrimonio (possibilmente plurilingua, gia`predisposti dall`anagrafe in formato europeo, molto facili, comodi e convenienti), certificati vaccinazioni, libretto pediatrico, cartella dentistica, documenti vari per la scuola (diplomi, pagelle, ecc.).

D. Il certificato penale uso emigrazione, esiste?
R. Credo di no. Esiste il certificato penale-carichi pendenti per uso amministrativo, ma tutti coloro a cui ho domandato mi hanno risposto che non ne esiste uno con la dicitura "uso emigrazione".

D. All`arrivo in aeroporto a Montreal, la procedura di ingresso come nuovo residente é difficile? Quanto tempo si é trattenuti presso gli uffici dell'Immigration?
R. All`arrivo abbiamo trovato dei funzionari gentilissimi, preparati, premurosi e pazienti. Siamo rimasti negli uffici dell`Immigration quasi due ore, perché siamo arrivati in contemporanea con un volo dal Nord Africa e gli uffici dell`Immigration erano pieni, ma ben organizzati e efficienti.

D. In caso di emigrazione di una famiglia, la domanda per il visto deve essere compilata solo dal padre o dalla madre?
R. No, la domanda deve essere compilata dal richiedente principale (sia esso padre o madre), dall`altro congiunto (esistono dei moduli specifici) e dai figli maggiorenni. É importante considerare che anche per il congiunto-non richiedente principale, devono essere inviati diplomi, esperienze lavorative, curriculum vitae, oltre ai moduli specifici.

D. In che lingua é il colloquio a Parigi al BIQ? Che domande ti fanno?
R. Il colloquio a Parigi é in francese e in inglese e serve a valutare la propria motivazione, attitudine e capacita`di adattamento. Serve anche a discutere insieme al funzionario aspetti del proprio dossier che possono contribuire a consolidare la propria candidatura. Il colloquio a Parigi è l`unica occasione di contatto personale con un funzionario. Alla fine del colloquio, se ti viene rilasciato il CSQ, si e`proprio felici.

D. Cosa non c`è in Quebec, rispetto all`Italia, che puo`essere veramente utile e che difficilmente ritroverò ?
R. Il bidet.

Grazie Francesco

Scrivo questo post, molto personale, per ringraziare pubblicamente (che arie che mi do!) una persona eccezionale che ci ha regalato un esempio della bravura, dell'energia e della scienza italiane.
Francesco, anzi il prof. Francesco SIGNORELLI Professore Associato di Neurochirurgia Università degli Studi di Catanzaro "Magna Graecia", è una persona eccezionale a cui vanno la stima, la riconoscenza e l'affetto di un gruppo di persone che grazie a lui hanno ricominciato a sorridere dopo un periodo di grande paura. Francesco è stato incredibilmente generoso, semplice, carismatico e serio. Perderlo, perchè il folle sistema sanitario del Quebec non permette l'accesso di professionalità di cui ha bisogno come dell'aria, per corporativismo, lobbysmo e protezionismo suicida a spese della comunità, è una delle, per ora poche, grandi delusioni di questo Paese.
Grazie Francesco: in questo caso Italia 25 Canada 0.

giovedì 4 novembre 2010

FAQ - Emigrare in Quebec 1 puntata

Premessa: nelle righe successive mi riferirò solo alla mia esperienza personale, ossia all`ottenimento di un visto di Residente Permanente in Quebec come Skilled worker con famiglia al seguito (moglie e due figli di eta`inferiore a 6 anni).
Nei due anni (da febbraio 2008 a luglio 2010) di preparazione del dossier, invio documenti, visite e ottenimento del visto, abbiamo attraversato un deserto di dubbi, timori, preoccupazioni e incertezze, spesso legati all'assoluta mancanza di feed-back.
Il blog di Simona (“Emigrare in Canada”) e le parole scambiate con Simona, Alessandro, Bruna, Claudia e i vari Anonimi, mi hanno aiutato a tenere a freno lo sconcerto e la rabbia per un`attesa che sembrava infinita e che ha, in parte, spento l`entusiasmo e provocato mille ripensamenti.

Adesso, dopo 3 mesi di vita a Montreal, ho pensato di preparare un post con alcune domande che mi ponevo e che cercavo di sopportare con pazienza. Magari non serviranno a nessuno, ma in questo modo, trascorro una serata di riflessione, lasciandomi andare ai ricordi. Se questo post dovesse avere un buon gradimento potrei preparare la seconda puntata o raccogliere le domande ricevute e scrivere un post collettivo. Per aiutarmi a capire se il post vi é utile, cliccate una delle caselle "Reazioni" alla fine del post. Ciao
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D. Per andare in Quebec devo fare domanda al Quebec?
R. Per essere residente permanente in Quebec devi ottenere prima il certificato di selezione (CSQ, vedi il post specifico) del Quebec e poi richiedere il visto permanente al Governo Federale. So di persone che hanno fatto domanda federale per poi venire in Quebec, ma non conosco la procedura, nè di che visti si trattava, nè di che pratiche hanno seguito.

D. Quanto tempo ci vuole per avere il visto?
R. Non meno di un anno e mezzo dall`invio dei documenti al BIQ di Parigi.

D. Devo rivolgermi a un consulente/avvocato o posso fare tutto da solo?
R. Puoi fare tutto da solo. I siti del Quebec, del Ministero dell`immigrazione e dell'Ambasciata sono ben organizzati e completi. Sono solo in Francese e Inglese (tranne quello dell 'Ambasciata in Italia che rimanda comunque a documenti in lingua). Puoi rivolgerti a un consulente/avvocato, ma attenzione a affidabilita`, esperienza e costi.

D. Quali sono i siti di riferimento?
R. I siti ufficiali sono tre e in ordine di consultazione sono: CIC (Citoyennete et Immigration) Ministero Federale Immigrazione http://www.cic.gc.ca/francais/index.asp; MICC (Immigration et Communautes culturelles Quebec) Ministero Provinciale Immigrazione Quebec www.immigration-quebec.gouv.qc.ca/fr/index.html; Ambasciata Canada in Italia www.canadainternational.gc.ca/italy-italie/index.aspx?lang=ita..
Un blog molto utile e` Emigrare in Canada: http://canadablog-simona.blogspot.com/.

D. E`utile rivolgersi personalmente all`Ambasciata del Canada in Italia per chiarimenti, spiegazioni, aggiornamenti ?
R. No. Se sei di Roma o vicinanze e vuoi fare un giro all`ufficio visti di Via Zara, senza grosse aspettative o speranze di informazioni dirette, privilegiate o novita`, la spesa e`minima e la mancanza di una risposta puo`essere solo fastidiosa. Partire da una citta`distante, affrontare un viaggio, un pernottamento, pasti, ecc rischia di essere un sacrificio privo di risultati. Gli orari dell`Ufficio visti non sono comodi. A volte l`Ambasciata organizza sessioni informative, partecipare puo`essere utile, ma solo per ingannare il tempo. Non buttare via del denaro in un viaggio a Roma sperando di ottenere risposte o informazioni o aggiornamenti.particolari. Vai a Roma solo se sei disperato o se avverti un bisogno fisico di vedere l`Ufficio visti. Non pensare di riuscire a parlare con qualcuno al telefono. É impossibile. Non pensare di ottenere una informazione o del conforto via email. É impossibile. L`unica risposta che puoi ottenere e` “Monsieur, Votre dossier est à l'étude, nous vous prions d'être patient. Nous vous contacterons en temps et lieu. Merci”. Andare a Roma è comunque sempre un grande piacere anche solo per turismo. É stata la mia ultima vacanza.

D. C`e`un modo di controllare l`avanzamento del proprio dossier?
R. Si`, ma solo a partire dalla presa in carico della pratica da parte dell`Ufficio visti federale dell`Ambasciata di Roma. L'aggiornamento non è proprio preciso... Noi eravamo gia`in Canada quando nella nostra casella é apparso il simbolino della visita medica (effettuata 3 mesi prima). L`archivio delle domande é raggiungibile attraverso il sito del CIC ed e`consultabile solo quando si e`in possesso del numero di dossier federale che ti viene inviato qualche settimana dopo l`invio dei documenti per il visto federale.

D. Quanto costa emigrare in Quebec ?
R. Tanto. Metti insieme spese di segreteria e domanda per il CSQ, spese per segreteria e domanda per il visto federale, visita medica, spese per bolli, certificati, traduzioni, postille e autentiche, spedizione documenti, viaggio a Parigi per l`intervista con il BIQ, viaggio a Milano o Roma per la visita medica, viaggio a Roma per ritirare il visto, viaggio aereo per arrivare in Canada, assicurazione sanitaria per i primi 3 mesi. A tutto questo aggiungi la vendita di auto, mobili e altre masserizie che rimarrà in Italia e che dovrai riacquistare in Canada (il voltaggio e`110), vestiti piu`pesanti, libri, piumoni, cellulare, ecc. Fare i conti prima e`un buon deterrente con il rischio di rinunciare, per cui fai i conti alla fine, o meglio, all`inizio del nuovo mondo, o meglio ancora, MAI.

D. I documenti, i certificati, le dichiarazioni devono essere tradotti?
R. Sì. Tutti i documenti che inviate al BIQ o all'Ambasciata devono essere in francese o in inglese. Noi abbiamo fatto tradurre tutto da un interprete che ha poi giurato e autenticato i documenti (come da istruzioni dei siti). La pratica è costosa, c'è chi ha tradotto "in casa", ma io avevo paura che la pratica ci venisse ritardata/bloccata e non ho voluto rischiare.

D. Cosa ho piu`odiato dell`attesa?
R. La mancanza di informazioni e aggiornamenti, l`incertezza e l`impossibilita`di capire perche`non mi diceva niente nessuno, anche se avevo un lavoro che mi aspettava, una casa, un`auto, un`azienda canadese che scriveva all`Ambasciata per sollecitare il mio visto. Aspettare, aspettare, aspettare.

Per concludere la prima puntata con una nota di colore.
D. Cosa mi ha detto l`ufficiale dell`Immigration all`arrivo a Montreal?
R. All' ufficio di Roma non sanno lavorare. Ben arrivato.

mercoledì 3 novembre 2010

Cultura italiana

Decapitato il Faunetto della fontana in bronzo dei Satiri a Villa Borghese (Roma).
Cultura e centimetri quadrati di buongusto.





La spesa a Montreal

Emigrare, emigrare in Quebec e emigrare in Canada può essere una vera sfida anche per gli amanti dei confronti. "Questo è meglio in Italia e quello è meglio in Canada, in Canada sono gentili, in Italia maleducati. In Canda sono gentili, ma falsi, in Italia sono maleducati, ma hanno un grande cuore. Come si mangia in Italia, non si mangia da nessuna parte. La frutta e la verdura in Canada non sanno di niente." E via così. Cominciamo a sfatare alcuni luoghi comuni: le persone gentili sono ovunque, così come le maleducate. Secondo me ci sono più arroganti e maleducati in Italia. In Italia si mangia bene se sai dove andare. Anche a Montreal, anzi a Montreal mangi benissimo se sai dove andare e in una sola città fai il giro del Mondo. Però in Italia, in ogni paese trovi una specialità locale, coltivata, trasmessa di padre in figlio, curata, qui no. I formaggi italiani sono ottimi. In Quebec non esistono formaggi. Falso. In Quebec esiste una industria di formaggi spettacolari e la qualità è ottima. In Quebec non c'è vino buono. In Quebec non si fa vino, è vero, anzi se ne fa ma non è una specialità. Nei negozi SAQ (www.saq.com), la società provinciale che gestisce il commercio degli alcoolici in Quebec, si trovano ottimi vini, selezionati e presentati, a un ottimo prezzo. La spesa a Montreal? I prezzi a Montreal? Innanzitutto è bene precisare che 4 apparati gastrointestinali italiani di età variabile tra i 3 e i 45 anni stanno funzionando benissimo dal loro arrivo e questo è già un buon punto di partenza.
Passo successivo, facciamo la stessa spesa che a casa, troviamo tutto e spendiamo spesso meno, a volte poco di più per prodotti di ottima qualità, il più delle volte italiani, frequentando supermercati e negozi normali. Le mie parole si fondano su un processo basato su dati non manipolati e facilmente replicabile da tutti (presupposti spesso mancanti in pubblicazioni scientifiche di alto livello). Noi cosa facciamo? Prendiamo lo scontrino della spesa e ci sediamo di fronte al computer, ci colleghiamo al sito dell' Esselunga e scorriamo i prodotti e i prezzi. Parliamoci chiaro, il Parmigiano costa di più a Montreal (quasi il doppio), ma è buono, fatto a Reggio Emilia, stagionato 24 mesi e venduto sottovuoto. L'acqua gasata S.Benedetto o San Pellegrino costa il doppio, ma l'Italia è l' unico posto al Mondo dove l'acqua gasata costa poco (provate a Parigi). Il prosciutto crudo non esiste. Prodotti acquistati a Montreal: pasta Garofalo, Olio extravergine di Oliva Alghero, conserva di pomodoro Mutti, Effervescente Brioschi, Riso Scotti, Caffè Lavazza e Illy, Nutella, Biscotti Bucaneve, ecc.ecc. Frutta e verdura di stagione locali sono ottimi, saporiti e freschi.
Indirizzi: Supermercato PA (www.supermachepa.com), Supermercato Adonis, Supermercati Loblaws e Provigo, la Metro locale (COSTCO), supermercati Metro e l'immancabile Walmart.
Per l'inverno la scuola offre la possibilità di acquistare arance e pompelmi naturali dalla Florida con un GAS (gruppo di acquisto solidale) a 1,.58 Euro al chilo.
Vi saprò dire come sono. Buonanotte.

sabato 30 ottobre 2010

E' arrivata !!!

Per tutti coloro che emigrano in Canada o in Quebec (notare la vena sovranista) l'inverno costituisce un vero incubo a partire dalla seance presso il BIQ a Parigi dove ti viene spiegato l'inverno del Quebec. Poi ci sono le fotografie, i filmati su you tube, le parole di amici, parenti, serpenti, fino alla fatidica domanda che ti viene posta da chiunque al tuo arrivo in Canada: "Ma tu ci sei già stato in inverno? No? Eh , allora ...". Come dire:" Se riesci a resistere fino all'inverno sei un dilettante, se passi il primo inverno sei un allievo principiante, ma forse non rientri subito. Poi dal secondo inverno comincerai a soffrire le pene dell'inferno e se non cadi in depressione a novembre diventi un alcoolista a marzo perchè l'inverno non finisce più." Mia moglie ci crede, anzi ne è certa.
Io temo in cuor mio e mi diverto nell'ascoltare tanti eroici esploratori.
Stasera, però, è arrivata la prima neve dell'anno! Alle 20.00 la neve ha cominciato ad attaccare ai balconi, ai prati, ai tetti fino in città. Noi abbiamo aperto la bocca e l'abbiamo mangiata dopo un meraviglioso pasto di mezzés comprate da Adonis, il supermercato libanese di Rue Sauve (www.adonisproducts.com). Buona notte a tutti.

mercoledì 27 ottobre 2010

STM, la meilleure société de transport en Amérique du Nord 2010

"La Société de Transport de Montréal a remporté, dans le cadre de l'asseblée 2010 de l’American Public Transportation Association (APTA), le Prix de la meilleure société de transport en Amérique du Nord. Ce prix lui a été décerné pour les excellents résultats qu’elle a obtenus entre 2007 et 2009 en matière d’efficacité et d’efficience.

«Je suis très fier de ce prix. C’est comme si la STM venait de remporter la Coupe Stanley de son industrie. Je partage ma fierté avec tous les employés qui font un travail fantastique et qui, tous les jours, redoublent d’efforts pour offrir à notre clientèle un service de qualité », a déclaré M. Yves Devin, directeur général de la STM.

La STM a enregistré 382,8 millions de déplacements liés en 2009, représentant 19,5 millions de déplacements de plus qu’en 2006 et un taux de croissance de 5,4 %. Au transport adapté, c’est plus de 2,4 millions de déplacements qui ont été effectués en 2009, une augmentation de 16 % par rapport à 2006. Le taux de satisfaction générale de la clientèle a connu pour sa part une progression notable, passant de 84 % en 2006 à 86 % en 2009. Pour obtenir ces résultats, la STM a multiplié les initiatives et a accru son offre de service de 18,5 % par rapport à 2006.

L’American Public Transportation Association (APTA) est une association internationale à but non lucratif qui regroupe plus de 1500 organismes membres issus des secteurs public et privé et qui œuvre dans les domaines du transport régional par bus, du train léger sur rail, du train de banlieue, du métro, du transport de passagers sur l’eau, et du train à grande vitesse. De tels prix n’avaient pas été décernés à une société de transport collectif canadienne depuis 1995."

Esperienza personale: orari, frequenza, utilizzo, informazioni, sicurezza, pulizia ottimi. Vetture vecchiotte (si dice le più vecchie del Nord America!), ma in fase di cambiamento. Prezzi elevati, ma se il servizio è efficiente...

Il sito di riferimento è www.stm.info. Nel sito è disponibile la funzione "Trajet" che ti permette di trovare la migliore combinazione di mezzi pubblici per raggiungere un indirizzo. Puoi vedere, scegliere, stampare ed è tutto aggiornato e vero.

martedì 26 ottobre 2010

Pour d'autres couleurs que celles des érables

Il y a les balades classiques, celles que l'on refait chaque fois qu'octobre ramène ses couleurs. Et il y a les autres, pour faire changement, pour voir l'automne autrement. Suggestions, à moins d'une heure du coeur de Montréal.

1
Arboretum Morgan

C'est à Sainte-Anne-de-Bellevue, à la pointe ouest de l'île de Montréal, que se trouve le plus grand arboretum du Canada. Les 25 km de sentiers qui sillonnent cette réserve forestière de 245 hectares permettent d'admirer plusieurs espèces indigènes du Québec (dont des arbres vieux de 200 ans). Plus intéressant encore, on y trouve 18 collections d'arbres et d'arbustes de partout sur le globe. Pour avoir une petite idée des allures de l'automne en Europe ou en Asie.
www.morganarboretum.orgGrassetto
2 Jardin Botanique
Accessible par le métro (station Pie-IX), le Jardin botanique est sans conteste l'endroit où l'on peut se rendre le plus facilement afin de vivre un peu de dépaysement automnal. Outre la très populaire (et très colorée) exposition des lanternes chinoises, le Jardin offre aux promeneurs 22 000 espèces de plantes de différents pays. On peut aisément passer trois heures dans les seuls jardins extérieurs ! Les incontournables pour admirer les couleurs : le Jardin japonais, l'Arboretum et le Jardin des arbustes.
www2.ville.montreal.qc.ca/jardin

3 La Courgerie
Il n'y a pas que les feuilles qui se colorent en octobre. Les courges arrivent aussi à maturité et s'exposent dans une foule de coloris : du vert foncé aux rayures dorées en passant par toute la gamme des orangés. Pour profiter du spectacle (et des saveurs), il faut faire un détour par la Courgerie, à Sainte-Élisabeth, dans Lanaudière, où poussent plus d'une centaine d'espèces de potirons, pâtissons et autres cucurbitacées. Un arrêt familial très apprécié pour choisir une citrouille d'Halloween à décorer.
www.lacourgerie.com

4 Parc René-Lévesque
Aménagé sur une longue presqu'île entre le lac Saint-Louis et le canal de Lachine, le parc René-Lévesque brille de mille couleurs douze mois par année. Avec cinquante oeuvres d'art monumentales exposées dans son Musée plein air (associé au Musée de Lachine), le parc figure parmi les plus grands jardins de sculptures au Canada. Des artistes tels André Fournelle et Michel Goulet ont trouvé ici un écrin d'eau et de verdure où installer leurs créations.
lachine.ville.montreal.qc.ca/musee/

Pour admirer la faune

5 Parc des Îles-de-Boucherville
Avec près de 90 chevreuils sur une superficie de 8,14 km2 au beau milieu du Saint-Laurent, il faudrait être aveugle (ou très bruyant) pour ne pas croiser une des ces superbes bêtes. En arpentant les 9 km de sentiers de l'île Sainte-Marguerite, on a l'impression d'être en pleine nature, malgré le mât du Stade qui se profile au loin.
www.sepaq.com

6 Parc-nature de la Pointe-aux-Prairies
Situé à l'extrême est de l'île, au croisement de la rivière des Prairies et du fleuve, ce parc-nature est un véritable paradis pour les ornithologues : plus de 180 espèces d'oiseaux peuvent y être observées dans les marais, les champs ou les forêts. Parmi ces visiteurs ailés : le grand duc d'Amérique, le héron vert et le hibou à aigrettes saillantes. Les jumelles ne doivent pas rester dans la voiture !
www.ville.montreal.qc.ca/grandsparcs

7 Parc-nature du Bois-de-l'île Bizard
Castors, tortues, bernaches et oies ne sont que quelques espèces qu'on peut observer dans ce parc-nature jouxtant le lac des Deux-Montagnes. La passerelle d'un demi-kilomètre qui enjambe le grand marécage offre un point d'observation privilégié de la faune ailée. Dix kilomètres de sentiers ont été aménagés pour la randonnée.
www.ville.montreal.qc.ca/grandsparcs

Pour souligner la saison des morts

8 Cimetière Notre-Dame-des-Neiges
Le plus vaste des cimetières montréalais a de quoi dérouiller les mollets avec ses 55 km de routes et ses nombreux sentiers bordés d'arbres. Plus d'un million de personnes y ont été inhumées depuis son inauguration en 1855, dont plusieurs célébrités : Émile Nelligan, Gratien Gélinas, Maurice Richard... Le monument à la mémoire des Patriotes de 1837-1838 vaut le détour, tout comme les magnifiques points de vue sur l'oratoire Saint-Joseph.
www.cimetierenddn.org

9 Cimetière Mont-Royal
Plus petit que son voisin catholique, le cimetière protestant de la Montagne n'en est pas pour autant moins beau. Au contraire. Les monuments funèbres sont installés dans un véritable jardin à l'anglaise, où poussent plusieurs arbres fruitiers très colorés à l'automne. Les monuments incontournables : ceux de la famille Molson et d'Anna Leonowens (dont la vie auprès du roi de Siam a inspiré le film The King and I.)
www.mountroyalcem.com

10 Montagne noire
Une randonnée plus sportive, au sommet de la plus haute montagne de Saint-Donat, conduit jusqu'au site où s'est écrasé, le 19 octobre 1943, en pleine Seconde Guerre mondiale, un bombardier B-24 Liberator canadien. Bilan : 24 morts, tous des militaires. Un petit cimetière a été érigé pour commémorer la tragédie. Le trajet de 12,8 km (aller-retour) d'un dénivelé de 485 m, offre aussi plusieurs belles vues de la région.
www.saint-donat.ca

domenica 24 ottobre 2010

Efficienza

Ho scelto (...) di venire in Quebec perchè il Canada è un Paese moderno e efficiente. E' vero. E' anche vero che l'impressione che ho ricevuto dalle funzioni amministrative del Canada in Italia mi ha lasciato perplesso. Perplessità che è aumentata una volta arrivato a Montreal. L'altro giorno ho ricevuto, per posta, tutti i documenti originali che avevo inviato all'ufficio Revenue du Quebec. In una bella busta marrone mi restituivano i documenti originali che avevo inviato, via posta, per richiedere l'assegno per i figli. Il tutto in 15 giorni. Venerdì ho ricevuto una busta con un assegno da parte del Governo Canadese come sostegno alle spese di "gestione" del figlio fino a 6 anni. Non avevamo chiesto nulla. L'altra nostra pratica ha ricevuto un altro fondo di sostegno.
Però a Roma non ti rispondono neanche se piangi, sbagliano a scrivere i dati nei tuoi documenti della carta di residenza (dati banali come lo stato civile, il numero del passaporto e la residenza...), si infastidiscono se chiedi le correzioni (che fanno a penna senza alcun timbro e che provocano mille domande da parte dell'Immigration non appena ti presenti al varco doganale), perdono i documenti (2 mesi di attesa perchè non trovavano la busta che hanno ritrovato solo in seguito all'invio da parte mia della copia del libro delle consegne DHL con timbro dell'ambasciata) e il medico autorizzato a effettuare i famosi esami e la visita medica NON rilascia ricevuta nè fattura ("la segretaria non è ancora arrivata, gliela spedisco a casa"). 500 euro in contanti perchè non è possibile pagare con carta di credito o bonifico. E' successo solo a noi ... Non credo.

martedì 19 ottobre 2010

Eccomi qua

Eccomi qua, ancora vivo e vegeto dopo i primi travolgenti mesi dello sbarco in Quebec. Non sono stato bravo come Simona, Claudia e Alessandro, ma il blog non e`riuscito a rimanere nella top ten dei pensieri che si avvicendavano nella nostra vita dal giorno del carico del container.
Adesso con un po`di calma provo a recuperare il tempo perso. Ho sicuramente materiale per diversi post e cerchero`di mettermi alla pari, anche per riprendere i benefici terapeutici della gestione di un blog.
Scenario: siamo sbarcati il 24 luglio 2010, abbiamo ricevuto il nostro container a cavallo di Ferragosto, la casa e`a posto, la scuola e`iniziata, abbiamo fatto e ricevuto tutti i documenti possibili, patente compresa e stiamo avanzando nel quotidiano.
Il mio odierno contributo al blog e`un rapido elenco di motivazioni a supporto della nostra scelta e di situazioni negative che abbiamo vissuto fino ad oggi (2 mesi e mezzo di permanenza).
Il bilancio e`assolutamente positivo, siamo fortunati e privilegiati, ma non e`tutto oro quello che luccica !

Perche`si`e perche`no ?

Si`per: l`accoglienza, la tolleranza, l`accessibilita`a tutto, la sicurezza, la percezione che basta lavorare e essere semplici per ottenere quello che ti serve, la noncuranza della gente per il tuo abbigliamento, orologio, scarpa, colore, sesso, capello, orecchino, eta`, ecc, gli spazi, l`aria, i parchi, le case senza staccionata, le porte aperte, la carne, la frutta e la verdura, il pesce, le offerte e le mille occasioni di divertimento, libri, musei, la mancanza di religione, tutte le religioni, le discussioni e la non politicizzazione di ogni discussione, il valore di ricchezza culturale attribuito all`immigrazione e alla persona che viene da fuori, la pochissima violenza/aggressivita`, i ristoranti, le boulangerie e i negozi, il futuro.

No per: il servizio sanitario provinciale (attenzione provinciale non nazionale) e l`impossibilita`assoluta di avere un medico di famiglia e un pediatra pubblici se non con liste di attesa di 3 o 4 anni (nel frattempo l`infante diventa adulto) o privati e a pagamento (pacchetti familiari dai 4500 dollari all`anno); il servizio di asili nido/materne provinciale/privato inesistenti, carissimi, poco controllati e non regolamentati dalla provincia(fino a 5 anni il bambino vaga tra garderie polacche, milieu familial coreani o marocchini, babysitter filippine e mamme esaurite); la mancanza di treni a lunga percorrenza e treni leggeri che colleghino le banlieu au centre ville con code chilometriche per fare pochi minuti di strada; il costo della metropolitana e degli autobus (2,75 $ a corsa, servizio efficiente, ma per 4 persone andare e tornare in metro sono piu`del parcheggio dell`auto); il servizio di raccolta rifiuti che regala alla citta`scorci vergognosi con divani abbandonati sui marciapiedi, scoiattoli che devastano i sacchetti e topi che corrono dietro i bidoni dei ristoranti; il fatto che un neurochirurgo di 38 anni professore associato di una universita`italiana che opera in un ospedale di Montreal come partecipante a uno scambio tra universita`, non possa trasferirsi in canada come residente ed esercitare la sua professione se non ripartendo dal 3 anno di studi perche`il sistema e`chiuso e piuttosto che aprirlo si lasciano i pazienti in corsia a aspettare; i costi dei servizi telefonici cellulari (paghi quando ricevi, quando telefoni, quando dormi, quando guidi, quando mangi); la mancanza di prosciutto crudo civile e il limite dei 100km/h in autostrada (una fonte di stress assoluto per un italiano medio come il sottoscritto), la tastiera francese...

venerdì 18 giugno 2010

E' arrivata la email !!!

Oggi venerdì 18 giugno 2010 è arrivata la email dell'Ufficio Visti per comunicare le procedure finali per il rilascio del visto.

2 anni dopo l'invio dei primi documenti al Bureau d'Immigration du Quebec (tutto senza accenti !!!) abbiamo la sospirata email.

Prime parole all'annuncio dell'email: "Adesso sì che iniziano i casini."

Capitan Quebec proteggici tu.

“Whatever cry we cry is not heard outside of here.”

Far From Gulf, a Spill Scourge 5 Decades Old
by ADAM NOSSITER - New York Times
Published: June 16, 2010


BODO, Nigeria — Big oil spills are no longer news in this vast, tropical land. The Niger Delta, where the wealth underground is out of all proportion with the poverty on the surface, has endured the equivalent of the Exxon Valdez spill every year for 50 years by some estimates. The oil pours out nearly every week, and some swamps are long since lifeless.

Perhaps no place on earth has been as battered by oil, experts say, leaving residents here astonished at the nonstop attention paid to the gusher half a world away in the Gulf of Mexico. It was only a few weeks ago, they say, that a burst pipe belonging to Royal Dutch Shell in the mangroves was finally shut after flowing for two months: now nothing living moves in a black-and-brown world once teeming with shrimp and crab.

Not far away, there is still black crude on Gio Creek from an April spill, and just across the state line in Akwa Ibom the fishermen curse their oil-blackened nets, doubly useless in a barren sea buffeted by a spill from an offshore Exxon Mobil pipe in May that lasted for weeks.

The oil spews from rusted and aging pipes, unchecked by what analysts say is ineffectual or collusive regulation, and abetted by deficient maintenance and sabotage. In the face of this black tide is an infrequent protest — soldiers guarding an Exxon Mobil site beat women who were demonstrating last month, according to witnesses — but mostly resentful resignation.

Small children swim in the polluted estuary here, fishermen take their skiffs out ever farther — “There’s nothing we can catch here,” said Pius Doron, perched anxiously over his boat — and market women trudge through oily streams. “There is Shell oil on my body,” said Hannah Baage, emerging from Gio Creek with a machete to cut the cassava stalks balanced on her head.

That the Gulf of Mexico disaster has transfixed a country and president they so admire is a matter of wonder for people here, living among the palm-fringed estuaries in conditions as abject as any in Nigeria, according to the United Nations. Though their region contributes nearly 80 percent of the government’s revenue, they have hardly benefited from it; life expectancy is the lowest in Nigeria.

“President Obama is worried about that one,” Claytus Kanyie, a local official, said of the gulf spill, standing among dead mangroves in the soft oily muck outside Bodo. “Nobody is worried about this one. The aquatic life of our people is dying off. There used be shrimp. There are no longer any shrimp.”

In the distance, smoke rose from what Mr. Kanyie and environmental activists said was an illegal refining business run by local oil thieves and protected, they said, by Nigerian security forces. The swamp was deserted and quiet, without even bird song; before the spills, Mr. Kanyie said, women from Bodo earned a living gathering mollusks and shellfish among the mangroves.

With new estimates that as many as 2.5 million gallons of oil could be spilling into the Gulf of Mexico each day, the Niger Delta has suddenly become a cautionary tale for the United States.

As many as 546 million gallons of oil spilled into the Niger Delta over the last five decades, or nearly 11 million gallons a year, a team of experts for the Nigerian government and international and local environmental groups concluded in a 2006 report. By comparison, the Exxon Valdez spill in 1989 dumped an estimated 10.8 million gallons of oil into the waters off Alaska.

So the people here cast a jaundiced, if sympathetic, eye at the spill in the gulf. “We’re sorry for them, but it’s what’s been happening to us for 50 years,” said Emman Mbong, an official in Eket.

The spills here are all the more devastating because this ecologically sensitive wetlands region, the source of 10 percent of American oil imports, has most of Africa’s mangroves and, like the Louisiana coast, has fed the interior for generations with its abundance of fish, shellfish, wildlife and crops.

Local environmentalists have been denouncing the spoliation for years, with little effect. “It’s a dead environment,” said Patrick Naagbanton of the Center for Environment, Human Rights and Development in Port Harcourt, the leading city of the oil region.

Though much here has been destroyed, much remains, with large expanses of vibrant green. Environmentalists say that with intensive restoration, the Niger Delta could again be what it once was.

Nigeria produced more than two million barrels of oil a day last year, and in over 50 years thousands of miles of pipes have been laid through the swamps. Shell, the major player, has operations on thousands of square miles of territory, according to Amnesty International. Aging columns of oil-well valves, known as Christmas trees, pop up improbably in clearings among the palm trees. Oil sometimes shoots out of them, even if the wells are defunct.

“The oil was just shooting up in the air, and it goes up in the sky,” said Amstel M. Gbarakpor, youth president in Kegbara Dere, recalling the spill in April at Gio Creek. “It took them three weeks to secure this well.”

How much of the spillage is due to oil thieves or to sabotage linked to the militant movement active in the Niger Delta, and how much stems from poorly maintained and aging pipes, is a matter of fierce dispute among communities, environmentalists and the oil companies.

Caroline Wittgen, a spokeswoman for Shell in Lagos, said, “We don’t discuss individual spills,” but argued that the “vast majority” were caused by sabotage or theft, with only 2 percent due to equipment failure or human error.

“We do not believe that we behave irresponsibly, but we do operate in a unique environment where security and lawlessness are major problems,” Ms. Wittgen said.

Oil companies also contend that they clean up much of what is lost. A spokesman for Exxon Mobil in Lagos, Nigel A. Cookey-Gam, said that the company’s recent offshore spill leaked only about 8,400 gallons and that “this was effectively cleaned up.”

But many experts and local officials say the companies attribute too much to sabotage, to lessen their culpability. Richard Steiner, a consultant on oil spills, concluded in a 2008 report that historically “the pipeline failure rate in Nigeria is many times that found elsewhere in the world,” and he noted that even Shell acknowledged “almost every year” a spill due to a corroded pipeline.

On the beach at Ibeno, the few fishermen were glum. Far out to sea oil had spilled for weeks from the Exxon Mobil pipe. “We can’t see where to fish; oil is in the sea,” Patrick Okoni said.

“We don’t have an international media to cover us, so nobody cares about it,” said Mr. Mbong, in nearby Eket. “Whatever cry we cry is not heard outside of here.”

(http://www.nytimes.com/2010/06/17/world/africa/17nigeria.html?scp=2&sq=nigeria&st=cse)

lunedì 14 giugno 2010

Flash back

Ebbene sì, per la disperazione di Ale e la conferma che anche tra i peggiori esistono i migliori, scrivo questo post per ricordare il giorno in cui la mia squadra del cuore ha riconquistato la serie A.
Non sono un tifoso sfegatato, non ho più la televisione da un paio di anni, non conosco la formazione delle squadre nè purtroppo so chi giocherà stasera in Nazionale. Però da ragazzino giocavo tanto a pallone, facevo la raccolta di figurine, guardavo 90esimo minuto con mio papà, entravo allo stadio solo alla fine del primo tempo per vedere la partita gratuitamente, leggevo il Guerin sportivo e la Gazzetta anche nella versione estiva. Tutto sembrava più semplice, leggero e vero. Ma non era così, il Brescia comprava le partite anche allora, il calcio scommesse travolgeva miti come Albertosi e Paolo Rossi, Re Cecconi moriva "sparato" da un amico gioielliere terrorizzato da una finta rapina, Beppe Savoldi veniva ceduto per la spropositata cifra di 1 miliardo di lire, Settembre Nero colpiva la squadra israeliana alle Olimpiadi, in Piazza Loggia esplodevano dei colleghi di mio padre. Tutto sembra così lontano.
E ieri il Brescia è tornato in serie A, in questo paradossale fluire della vita che si ripete all'infinito nel campionato di calcio italiano. Quest'inverno ho letto due romanzi di Enrico Brizzi (La nostra Guerra e L'inattesa piega degli eventi) che mi hanno trascinato in una dimensione di sentito, non vissuto, ma provato. Due romanzi che mescolano storia (fantastoria), calcio, vita italiana e figurine. Ecco, forse se mai partiremo e mai resteremo lontani, i miei ricordi sfumeranno in una dimensione romantica e sfuocata in cui tutto sembrerà quello che non è stato.
(La fotografia è un momento unico: Pepe Guardiola, grande giocatore spagnolo e attuale allenatore del Barcellona e Roberto Baggio, l'ultima stella del calcio italiano, insieme abbracciati quando a fine carriera giocavano e vincevano nel Brescia).

venerdì 4 giugno 2010

Vendo Panda multipower

Approfitto del blog per un messaggio personale.
Abbiamo messo in vendita la nostra Panda 1,2 Multipower Metano/Benzina Verde/Caccole -14cv, seconda serie (vedi fotografia scattata oggi).
Data di immatricolazione: 12 febb 2007.
Km 56.000 di traffico cittadino (una città piccolissima e sempre pianissimo). Mai incidentata (gravemente), manutenzione e revisioni regolari (compatibilmente alla manutenzione di una donna che guida, ma mio suocero controllava l'auto con spirito maniacale e ha cambiato i pneumatici in febbraio).
Alzacristalli elettrici, autoradio con CD, fendinebbia, servosterzo con guida idraulica, airbag lato guidatore e passeggero, climatizzatore (funziona tutto e poche balle, soprattutto il CD con il disco dei 3 porcellini).
Alimentazione: benzina verde e metano (capacità bombola 49 litri), l'impianto a metano è montato da Fiat per cui si tratta di un impianto garantito e progettato dalla casa automobilistica. Con il metano si parcheggia ovunque (anche sottoterra, basta che ci sia un garage accessibile), si entra in tutte le città con ecopiani vari (io ci entro anche con il diesel Euro 2 ma non conta) e il pieno si fa con 9 euro (circa 200 km di autonomia). Il passaggio metano/benzina/metano si deve fare solo di notte, il venerdì e con la luna ponente (si fa automaticamente...).
Quotazione quattroruote, repubblica auto, l'automobile, ebay per modello e data immatricolazione: Euro 6.900 - 7.500.
Prezzo proposto: Euro 6.800 (trattabili in base alla data di acquisto, più ci si avvicina alla nostra partenza più cala...) con passaggio proprietà a carico acquirente (dopo il versamento del contante).
Per informazioni: scrivetemi sulla mail francescobutturini@gmail.com