giovedì 27 maggio 2010

Cercare casa a Montreal 1 ep.

Il pensiero che mi ha più impegnato nei mesi scorsi è stato quello di capire come trovare un alloggio/casa nell'area di Montreal.
Affitto, acquisto, mutuo, agenzie, annunci, visite libere, condo, triplex, duplex, maison, riscaldamento, elettrodomestici, pulizia dalla neve, queste sono solo alcune delle opzioni e degli argomenti che ho trattato.
Se non volete leggere la parte poetica del post, andate alla fine e trovate un riassunto e i consigli rapidi.
Anche io mi sono annoiato e non ho tempo per cui ho deciso che oggi scrivo solo il riassunto e i consigli rapidi !

Riassunto:
  • trovare casa non è difficile, identificare il quartiere e capire perchè tra una casa brutta e una casa bella ci può essere poca differenza di prezzo è meno semplice;
  • considera attentamente elementi importanti nella ricerca come il traffico, il posteggio, i mezzi pubblici, i negozi, il luogo di lavoro;
  • nel calcolo delle dimensioni della casa è più comodo applicare la "conversione semplificata": 10 piedi quadrati equivalgono a 1 metro quadrato;
  • in tutte le camere c'è un armadio/ripostiglio a muro;
  • il bagno/la toilette non deve diventare un problema, altrimenti è meglio rinunciare alla pratica di emigrazione;
  • stesso discorso per gli infissi e le finestre;
  • generalmente gli appartamenti sono forniti di cucina arredata e elettrodomestici (lavatrice, lavastoviglie, asciugabiancheria, frigorifero, forno e fornelli;
  • il periodo migliore per cercare una casa in affitto è da aprile a luglio di ogni anno.

Consigli rapidi:
  • ogni sabato nel quotidiano la presse c'è l'inserto vendo/compro/affitto;
  • un buon sito per farsi un'idea e vedere prezzi, case, descrizioni è il sito dell'organizzazione di vendita indipendente duproprio http://location.duproprio.com/
  • un buon sito di una ottima agenzia immobiliare con alcuni filmati molto divertenti sul comportamento degli agenti immobiliari è http://www.realta.ca/fr/videos.php
  • rivolgersi a un'agenzia per cercare una casa in affitto non costa nulla (la commissione è pagata sempre dal proprietario che affitta), per cui rivolgetevi a tante agenzie.


domenica 23 maggio 2010

23 maggio 1992 - 18 anni dopo

In occasione del 18 anniversario della strage di Capaci, pubblico questo post, tratto da
dal nostro inviato a Corleone Antonio Maria Mira

"Via
11 aprile 2006, arresto di B. Provenzano, mafioso. La scritta spicca sul cartello stradale all’inizio della strada in contrada Montagna dei Cavalli, dove due anni e mezzo fa venne catturato il superlatitante dei “corleonesi”. Pochi chilometri più in là, sull’edificio della nuova area artigianale, un grande cartello “Centro servizi Libero Grassi”. E all’imprenditore antiracket ucciso dalla mafia nel 1991, è dedicato anche il viale. Usciamo in campagna, zona Chiatto Drago. Davanti a una bassa costruzione un cartello spiega: “Laboratorio per il confezionamento dei legumi realizzato sui beni confiscati alla mafia”. Non lontano un altro cartello annuncia l’agriturismo “Terre di Corleone”, di imminente apertura, anch’esso confiscato alle cosche. Benvenuti a Corleone, già terra di mafia, della più potente e terribile, quella di Provenzano, Rina e Bagarella, dei delitti eccellenti e delle stragi del ’92-’93, oggi terra di riscatto e di concrete iniziative antimafia e per la legalità. Dove amministrazione comunale, cooperative e volontariato collaborano strettamente, senza guardare al colore politico della casacca. «La Corleone di Provenzano e Riina non c’è più – dice il sindaco Antonino Iannazzo, ex An, alla guida di una giunta di centrodestra –. Certo la mafia c’è ancora, coi suoi riti e i suoi condizionamenti. Non chiede il pizzo ma assunzioni. Ma c’è un’altra Corleone, quella della gente onesta, delle cooperative che gestiscono i beni confiscati, di un’amministrazione comunale che senza la certezza della certificazione antimafia gli appalti non li comincia. Noi su questo – aggiunge – siamo più avanti del resto d’Italia, di necessità abbiamo fatto virtù, siamo un laboratorio dell’antimafia. Purtroppo a Roma neanche se lo immaginano…».

Non solo parole, per fortuna. Qualche esempio, partendo proprio dal municipio dove spesso in Sicilia, e nelle altre regioni del Sud, si concretizza il potere collusivo delle cosche. L’iniziativa più recente sono le modifiche al piano regolatore «approvate all’unanimità dal consiglio comunale – ricorda Iannazzo con orgoglio – senza condoni o favori ai mafiosi». Poi la costituzione di parte civile nei processi contro i boss. Un piccolo fondo per i familiari delle vittime di mafia, col quale viene pagata la scuola ad alcuni ragazzi. L’assegnazione dei beni confiscati, l’ultimo in appena 28 giorni, mentre solitamente passano anni. E quando recentemente si è scoperto che una delle imprese che stava realizzando un appalto era collusa con “cosa nostra”, in 24 ore sono stati bloccati i lavori. Ed esclusa l’impresa “mafiosa”, si è riusciti a far ripartire l’opera.

E la gente, i corleonesi, quelli veri? Gennaro, Marilisa, Angela fanno parte della Consulta giovanile, composta dai rappresentanti degli studenti, delle associazioni, dei movimenti politici. Quest’anno anche loro sono stati a lavorare sui terreni confiscati gestiti dalla cooperativa “Lavoro e non solo”, dove ogni anno vengono ad aiutare giovani di tutt’Italia (quest’anno in più di 500). «C’è un pregiudizio nei nostri confronti – spiegano – e questo ci spinge a metterci alla prova. Se qualcosa è nostro dobbiamo andarci noi. E i beni confiscati sono nostri, dei veri corleonesi». Mentre parliamo con loro in piazza, poco più in là uno dei figli di Provenzano chiacchiera con altri ragazzi. Succede a Corleone, ma i tre delle Consulta non ci fanno caso. «Non vediamo una mentalità mafiosa tra i ragazzi. Prima c’era un comportamento da struzzo, ora ci si è resi conto che la mafia esiste e se ne vuole parlare. Lo sentiamo come nostro compito».

Uomini e giovani nuovi e tante iniziative concrete, fatte di mattoni e di frutti della terra. In via Crispi il palazzo di tre piani confiscato ai fratelli Grizzaffi (nipoti di Totò Riina) è stato assegnato all’Arci Toscana e ospita i partecipanti ai campi di lavoro sui beni confiscati. Come ci spiega Maurizio Pascucci, era stato completamente vandalizzato. I volontari l’hanno rimesso a posto e hanno anche verniciato la facciata di un bel verde pastello. Spicca così – è stato fatto apposta – rispetto agli altri palazzi della via, tutti ancora a rustico.

Ci spostiamo in via Colletti. Qui c’è la casa della famiglia di Provenzano. Simbolo del suo potere. Proprio martedì sono cominciati i lavori per trasformarla nel “museo della legalità”: sarà gestito dalla “Lavoro e non solo” e ospiterà anche un negozio dove verranno venduti i prodotti dei terreni confiscati. Nella casa confinante vivono ancora i fratelli di Bernardo Provenzano. Si fanno vedere, si interessano dei lavori. Devono comunque dimostrare che ancora hanno un ruolo.

Altra strada, altro bene confiscato. In via Alvisio c’è la grande villa che Riina non è mai riuscito ad abitare. Ora è la caserma della Guardia di Finanza e spesso vengono in visita i ragazzi dei campi di lavoro. Di fronte l’ultimo arrivo. È il palazzo dei fratelli Lo Bue, una delle tappe dei “pacchi” che dovevano andare al latitante Provenzano. Metà confiscato e metà no. Ci abitano ancora. Sarà un problema ma presto anche qui il bene ospiterà un’iniziativa concreta. Come i 170 ettari della cooperativa “Lavoro e non solo” (nel comune ne hanno anche la “Placido Rizzotto” e la “Pio La Torre”). Si coltivano pomodori (si fanno passata di pomodoro e sughi chiamati “Sciàlo”), uva (vini Limpio, Genus e Naca), fichi d’India (una dolcissima marmellata), lenticchie e ceci. Da poco per questi ultimi c’è anche una laboratorio, così si risparmia il lavoro di un’impresa esterna. E proprio nell’area dedicata a Libero Grassi sorgerà l’impianto per la passata di pomodoro (il comune ha concesso l’area gratuitamente in base ad un’interpretazione estensiva della legge regionale sull’aiuto alle aziende antiracket). Un prodotto che i corleonesi apprezzano molto. Le bottiglie offerte prima ai negozi, dopo le minacce dei mafiosi («Non verrò più a comprare da te…»), sono state ritirate, ma la gente viene a comprarle alla cooperativa, quasi di nascosto: ben 8mila quest’anno, su una popolazione di 11mila abitanti. Un vero successo. Un tempo nessuno avrebbe osato… Già un tempo. Ma oggi davvero Corleone sta cambiando."

domenica 16 maggio 2010

Torino, il Salone del Libro 2010

Ieri, sabato 15 maggio, siamo partiti alla volta di Torino. Il Salone di Torino, che mai avevamo visitato prima e che avremmo sempre desiderato visitare, ci chiamava da lontano: "veniteee, sarà l'ultima occasione...". Così abbiamo deciso e, dopo una puntata a Eataly, il Mercato del Gusto di fronte al Lingotto, siamo entrati in Fiera e abbiamo visitato i 5 padiglioni, tra stand delle grandi case editrici, laboratori per i più giovani, spazi RAI con concerti e trasmissioni dal vivo, conferenze e discussioni di Amélie Nothombe, Oliviero Beha, Zoottt, Gregory David Roberts, Travaglio, ecc.ecc.
Abbiamo assistito alla presentazione del libro "Bestiacce" e abbiamo deciso di comprarne una copia e di farla autografare dagli autori, perchè "siamo nati appassionati di libri" !
Ok, è il Salone del Libro, è un'istituzione, oggi c'è stato Saviano che ne ha parlato con emozione, ma, visto che sono l'autore del blog mi permetto di dire quello che penso:
"in 5 padiglioni c'è un solo stand, marginale e ben nascosto, con titoli (pochi) internazionali. Anzi ce ne sono due, perchè lo stand di Minimondi aveva, tra i titoli italiani per i bambini, anche due tavoli di libri (bellissimi) in lingua. Non c'è alcuna suddivisione per temi, argomenti, fasce di pubblico o di mercato, la Mondadori (la MONDADORI) è di fianco a Baba libri o a piccole librerie indipendenti. L'India, Paese ospite, era relegato lungo un corridoio con stand pre-allestiti. Più che il Salone del Libro, mi è sembrato il Salone delle case editrici, che propongono i titoli che ritrovi o ordini con facilità e abitualmente nelle librerie di una piccola-media città italiana. E' vero, vedere le trasmissioni RADIO RAI 2 e 3 in diretta è divertente, ma, ai tempi, le vedevi anche alla Borsa del Turismo. Insomma, secondo me niente di speciale ed in più non è neppure previsto uno sconto-fiera per i libri che acquisti agli stand. Così, oggi, sono andato prima da Feltrinelli in città ad acquistare un libro e accumulare un po' di punti e poi mi sono diretto all'Esselunga dove ho acquistato, con il 15% di sconto, lo stesso libro che ieri al Salone del Libro era proposto come novità. E' vero, l'emozione di tanti giovani, di tanti curiosi, di tanti libri, ma il Salone del Libro mi è sembrato uno dei tanti eventi autoreferenziali (librai, giornalisti e autori che parlano di loro stessi e si fanno i complimenti), buttato su e sfruttato fino a che la moda tira. Non mi sembra che gli organizzatori si siano "spremuti" più di tanto e la definizione di "fiera" mi è sembrata più adatta che quella di "salone".

mercoledì 5 maggio 2010

Il trasloco

Nonostante i consigli della lettera dell'Ambasciata ("non fate nulla di avventato prima di ricevere il visto, la richiesta di visita medica non presuppone nessun rilascio o autorizzazione"), essendo sani e abbastanza normali/ordinari, avendo molta fretta, ci stiamo organizzando per l'esodo.
Ma come affrontare il trasloco ?
Spedizioniere internazionale ? Traslochi internazionali ? E i costi ? Gli imballi ? Lo smontaggio-montaggio? I tempi di ritiro e consegna ?
Posso spedire i mobili e i beni familiari senza avere ancora il visto ?
Ho scritto a Alessandro per avere suggerimenti e aiuto. Se ne avete anche voi, io aspetto. Ciao.