Uno degli svantaggi di vivere in Nord America è che non si può fare la gita fuori porta per vedere i mercatini di Natale, a Monreale o a Segesta, a Firenze, a Venezia, a Modena a mangiare il cotechino o a Parma a assaggiare il culatello. Non sembra, ma ci sono alcune cose scontate che qui prima o poi ti mancano. Montreal è bellissima (per me), ma dove andiamo il fine settimana se vogliamo fare un' uscita italiana classica? Da nessuna parte.
Però, New York si raggiunge in 6 ore di autostrada (gratuita).
Così come Boston o il Maine o il Vermount.
Insomma, non andremo al November Porc, ma dire che sabato mattina andiamo a New York per fare una gita e vedere i regali di Natale fa molto figo! Poi c'è il rischio di incontrare Mastella o Bassolino o il Trota in missione pagata dai contribuenti, ma pazienza.
50 motivi per andare a New York.
MODA - Le zone di moda tra i giovani oggi sono quelli di Williamsburg e Park Slope a Brooklyn. Superato il ponte, doverosamente a piedi (occhio agli uomini-jet sulla preferenziale ciclabile), merita un giro Dumbo, il quartiere delle gallerie e degli artisti. Empire Fulton alla domenica è l’alternativa al tutto esaurito sul verde di Central Park per il pic nic. Per chi vuole rilassarsi fino in fondo, al tramonto c’è pure l’angolo dello yoga. Tornando a Manhattan, in fondo a St. Mark’s Place, via demodé stile Camden Town londinese si trovano tante cose inutili.
ATTIVITA' SALUTISTA - Giocare a freesbe a Sheeps Meadow, in pieno Central Park, vi farà sentire già più a casa. Sempre nel Parco ci si può iscrivere al circolo di tennis. Basta registrarsi per giocare in giornata (www.nytennis.net/centralparktenniscenter.com). Sarete newyorchesi modello quando potrete entrare (e uscire) a testa alta dal playground di West 4, sulla Sesta, uno dei più famosi e competitivi della terra. Si gioca a basket, ma anche a squash coi guanti o a mani nude. Per gli italiani in astinenza da calcio (guardato) il ritrovo è il Nevada Smiths (www.nevadasmiths.net). Vietato ai minori di 21 anni, è il pub con più televisori accesi sul calcio in diretta da tutto il mondo. L’indirizzo più tranquillo è quello del parco di Washington Square, dove potete sfidare a scacchi gli studenti dell’università di Nyu protetti dagli scoiattoli, assoluti dominatori del giardino.
MANGIARE- Il bistrot Lucky Strike (www.luckystrikeny.com), a Soho, è dello stesso proprietario di tre dei più celebrati ristoranti di New York (Pastis, Balthazar e Schiller’s), ma con conto più abbordabile e atmosfera più americana. Stessa clientela: musicisti come manager appena usciti da Wall Street. Momofuku (www.momofuku.com) all’East Village. Dieci portate a prezzo fisso (60 euro, ma le scaglie di foie gras e lychee vale la cifra) per una cena fusion dallo chef più celebrato del momento, David Chang. Peter Luger (www.peterluger.com) a Brooklyn detiene la palma di miglior steak-house d’America. Il problema è che bisogna prenotare almeno 5 giorni d’anticipo. Stile bavarese, camerieri e gestore molto poco cordiali. La miglior alternativa per carnivori è Buenos Aires, nell’East Village (www.buenosairesnyc.com). Con (molti) meno dollari si può mangiare la favolosa Entrana Especial. Per il brunch domenicale, invece, il meglio è Aurora (www.auroraristorante.com), a Brooklyn. A pranzo durante la settimana localini interessanti tra Soho e Nolita. Da Bread (20 Spring Street), serviti da giovani attrici che arrotondano servendo ai tavoli, capite che la gestione è italiana dalla ciotolina d’olio offerta per aperitivo. Altro pesce si mangia da Pearl (www.pearloysterbar.com), nel Greenwich. Accompagnato da vino bianco della casa, seduti alla barra, l’ottimo lobster roll, il panino con l’aragosta. Da segnalare tra le nuove aperture il dessert club Chikalicious (www.chikalicious.com), nell’East Village, il primo ristorante di soli dolci a New York.
LA TOP FIVE DELL’HAMBURGER- I newyorchesi di lunga data si dividono tra P.J. Clarke's (www.pjclarkes.com) e JG Melon (Terza angolo con la 74esima), nell’Upper East. Tra gli hamburger di nicchia si distingue Burger Joint, nascosto tra i lustrini della hall dell’hotel Meridien: posto magico che sa di “old America” (57esima a due passi da Central Park). Per l’ambiente (oltre che per rapporto qualità prezzo del panino) da segnalare Diner (www.dinernyc.com), a Williamsburg: atmosfera da Happy Days, menu del giorno scritto a penna sulle tovaglie e Corner bistrot (Quarta angolo Jane Street), centenario baretto del West Village con birra a tre dollari e scelta gastronomica limitata all’osso: hamburger o hamburger.
BERE QUALCOSA- Imperdibile un “drink in quota” sul terrazzo dell’Hotel Empire (www.empirehotelnyc.com), nell’Upper West, di fronte al Lincoln Center. Atmosfera “old New York” al Rose Bar del Gramercy Park Hotel (www.gramercyparkhotel.com), tra dipinti di Julian Schnabel, camini e tavolo da biliardo illuminato da candele. Aperitivo consigliato al bar dell’Hudson Hotel, rimodernato da Philippe Stark (www.hudsonhotel.com): lobby con soffitto d’edera e stanze ispirate alle cabine dei vecchi transatlantici. Per un semplice caffè,Porto Rico, torrefazione alle porte del West Village (angolo Bleecker Street e Minetta Lane).
L’ANGOLO DELLA CULTURA- Al Moma (www.moma.org), il Museo d’Arte Contemporanea più ricco al mondo, il venerdì pomeriggio si entra gratis. Sei piani (imperdibili i due più alti) e un degno cortile con sculture tra le panchine. Merita una visita, magari al sabato pomeriggio, il PS1, distaccamento del museo nel Queens. Arte americana di livello al New Museum (www.newmuseum.org) sulla Bowery.
ACQUISTI ALTERNATIVI (O DI SECONDA MANO)- Vecchi vinili, ma anche abiti vintage e cibo bio si trovano durante il week end al Flea Market di Brooklyn (www.brownstoner.com/brooklynflea). L’equivalente di 10 Corso Como milanese per lo shopping artistico è Jeffrey (www.jeffreynewyork.com) nel Meatpacking, ex quartiere di macellerie oggi tutto loft di artisti e negozi alla moda. Per gli amanti dei libri si può fare scorta di libri usati a un dollaro da Strand (www.strandbooks.com).
TIRARE (MOLTO) TARDI- Serata del giovedì al Joe's Pub (www.joespub.com). Divanetti di velluto e cucina italiana. Il massimo per cabaret e concerti che svariano dal folk all’hip hop. Venerdì da Nublu (www.nublu.net), piccolissimo bar dell’East Village dove si beve birra fino alle 5 del mattino ascoltando musica live di grande qualità. Sabato invece Shelter (www.clubshelter.com), con i neri maestri della deep house e una terrazza su cui aspettare l’alba. Alternative valide sette giorni su sette. The Box (www.theboxnyc.com) nel Lower East Side. Una ballroom anni Venti resa nobile da spettacoli di burlesque di livello. Per la musica dal vivo, Bowery Ballroom (www.boweryballroom.com). Il miglior jazz si ascolta al Fatcat (www.fatcatmusic.org). Per la serie New York è bella perché varia, localino nel West Village che riesce ad abbinare jam session jazz a tavoli da ping pong e backgammon.
ATTIVITA' SALUTISTA - Giocare a freesbe a Sheeps Meadow, in pieno Central Park, vi farà sentire già più a casa. Sempre nel Parco ci si può iscrivere al circolo di tennis. Basta registrarsi per giocare in giornata (www.nytennis.net/centralparktenniscenter.com). Sarete newyorchesi modello quando potrete entrare (e uscire) a testa alta dal playground di West 4, sulla Sesta, uno dei più famosi e competitivi della terra. Si gioca a basket, ma anche a squash coi guanti o a mani nude. Per gli italiani in astinenza da calcio (guardato) il ritrovo è il Nevada Smiths (www.nevadasmiths.net). Vietato ai minori di 21 anni, è il pub con più televisori accesi sul calcio in diretta da tutto il mondo. L’indirizzo più tranquillo è quello del parco di Washington Square, dove potete sfidare a scacchi gli studenti dell’università di Nyu protetti dagli scoiattoli, assoluti dominatori del giardino.
MANGIARE- Il bistrot Lucky Strike (www.luckystrikeny.com), a Soho, è dello stesso proprietario di tre dei più celebrati ristoranti di New York (Pastis, Balthazar e Schiller’s), ma con conto più abbordabile e atmosfera più americana. Stessa clientela: musicisti come manager appena usciti da Wall Street. Momofuku (www.momofuku.com) all’East Village. Dieci portate a prezzo fisso (60 euro, ma le scaglie di foie gras e lychee vale la cifra) per una cena fusion dallo chef più celebrato del momento, David Chang. Peter Luger (www.peterluger.com) a Brooklyn detiene la palma di miglior steak-house d’America. Il problema è che bisogna prenotare almeno 5 giorni d’anticipo. Stile bavarese, camerieri e gestore molto poco cordiali. La miglior alternativa per carnivori è Buenos Aires, nell’East Village (www.buenosairesnyc.com). Con (molti) meno dollari si può mangiare la favolosa Entrana Especial. Per il brunch domenicale, invece, il meglio è Aurora (www.auroraristorante.com), a Brooklyn. A pranzo durante la settimana localini interessanti tra Soho e Nolita. Da Bread (20 Spring Street), serviti da giovani attrici che arrotondano servendo ai tavoli, capite che la gestione è italiana dalla ciotolina d’olio offerta per aperitivo. Altro pesce si mangia da Pearl (www.pearloysterbar.com), nel Greenwich. Accompagnato da vino bianco della casa, seduti alla barra, l’ottimo lobster roll, il panino con l’aragosta. Da segnalare tra le nuove aperture il dessert club Chikalicious (www.chikalicious.com), nell’East Village, il primo ristorante di soli dolci a New York.
LA TOP FIVE DELL’HAMBURGER- I newyorchesi di lunga data si dividono tra P.J. Clarke's (www.pjclarkes.com) e JG Melon (Terza angolo con la 74esima), nell’Upper East. Tra gli hamburger di nicchia si distingue Burger Joint, nascosto tra i lustrini della hall dell’hotel Meridien: posto magico che sa di “old America” (57esima a due passi da Central Park). Per l’ambiente (oltre che per rapporto qualità prezzo del panino) da segnalare Diner (www.dinernyc.com), a Williamsburg: atmosfera da Happy Days, menu del giorno scritto a penna sulle tovaglie e Corner bistrot (Quarta angolo Jane Street), centenario baretto del West Village con birra a tre dollari e scelta gastronomica limitata all’osso: hamburger o hamburger.
BERE QUALCOSA- Imperdibile un “drink in quota” sul terrazzo dell’Hotel Empire (www.empirehotelnyc.com), nell’Upper West, di fronte al Lincoln Center. Atmosfera “old New York” al Rose Bar del Gramercy Park Hotel (www.gramercyparkhotel.com), tra dipinti di Julian Schnabel, camini e tavolo da biliardo illuminato da candele. Aperitivo consigliato al bar dell’Hudson Hotel, rimodernato da Philippe Stark (www.hudsonhotel.com): lobby con soffitto d’edera e stanze ispirate alle cabine dei vecchi transatlantici. Per un semplice caffè,Porto Rico, torrefazione alle porte del West Village (angolo Bleecker Street e Minetta Lane).
L’ANGOLO DELLA CULTURA- Al Moma (www.moma.org), il Museo d’Arte Contemporanea più ricco al mondo, il venerdì pomeriggio si entra gratis. Sei piani (imperdibili i due più alti) e un degno cortile con sculture tra le panchine. Merita una visita, magari al sabato pomeriggio, il PS1, distaccamento del museo nel Queens. Arte americana di livello al New Museum (www.newmuseum.org) sulla Bowery.
ACQUISTI ALTERNATIVI (O DI SECONDA MANO)- Vecchi vinili, ma anche abiti vintage e cibo bio si trovano durante il week end al Flea Market di Brooklyn (www.brownstoner.com/brooklynflea). L’equivalente di 10 Corso Como milanese per lo shopping artistico è Jeffrey (www.jeffreynewyork.com) nel Meatpacking, ex quartiere di macellerie oggi tutto loft di artisti e negozi alla moda. Per gli amanti dei libri si può fare scorta di libri usati a un dollaro da Strand (www.strandbooks.com).
TIRARE (MOLTO) TARDI- Serata del giovedì al Joe's Pub (www.joespub.com). Divanetti di velluto e cucina italiana. Il massimo per cabaret e concerti che svariano dal folk all’hip hop. Venerdì da Nublu (www.nublu.net), piccolissimo bar dell’East Village dove si beve birra fino alle 5 del mattino ascoltando musica live di grande qualità. Sabato invece Shelter (www.clubshelter.com), con i neri maestri della deep house e una terrazza su cui aspettare l’alba. Alternative valide sette giorni su sette. The Box (www.theboxnyc.com) nel Lower East Side. Una ballroom anni Venti resa nobile da spettacoli di burlesque di livello. Per la musica dal vivo, Bowery Ballroom (www.boweryballroom.com). Il miglior jazz si ascolta al Fatcat (www.fatcatmusic.org). Per la serie New York è bella perché varia, localino nel West Village che riesce ad abbinare jam session jazz a tavoli da ping pong e backgammon.
(tratto dal Corriere della Sera di un giorno qualsiasi che non ricordo)
Uè ragazzi!!! Ma voi siete troppo dinamici e spigliati.. io non riesco a starvi dietro. Mi assento qualche ora e guarda qua che roba! Francesco, sei un drago! Mi leggi nei pensieri: avevo promesso che con il primo stipendio canadese sarei andata a New York! Non devo nemmeno sbattermi a cercare le informazioni! Grazie, anche per i ragguagli sul mitico chef.
RispondiEliminaHo superato l'esame di teoria della patente di guida!! Ho cannato qualche risposta, ma per fortuna è andata bene. Certo che l'ufficio della SAAQ è impressionante ci saranno state almeno 200 persone! Il tutto è gestito con il solito ordine e con la celebre gentilezza.
@Alessandro: sulla scia di Lucia anch'io sono diventata una tua fan; attendo la spilletta e l'altro gadget promesso, in cambio giuro che non festeggerò San Giovanni Battista il prossimo anno, anzi cercherò di boicottare l'evento!
@Lucia: è giusto continuare a camminare domandandosi se la direzione è quella giusta, però ti sento un po' scettica sulla scelta in generale. Certo gli amici mancano tanto anche a me, per non parlare dei miei genitori, però adesso ci sono altri obiettivi, altre priorità. I momenti di sconforto sono sempre in agguato, ma non credo che tornare indietro possa servire a stare meglio. Io ammiro voi che avete avuto il coraggio di partire con famiglia al seguito, per me è stato difficile stare qui da sola, figuriamoci se avessi dovuto stare dietro anche due figli! Ma sono sicura che state dando delle opportunità e gettando le basi per costruire un futuro per loro che nemmeno te lo immagini.
@Renato e Davide: è vero Québec è molto bella ma Montréal ha più quest'aria bohémienne..
Week-end a New York? Ah però!
RispondiEliminaMa per andare negli USA come turista partendo dal Canada, in auto o bus, via terra insomma, bisogna richiedere il visto o è sufficiente il passaporto?
Serve il passaporto elettronico con il visto che:
RispondiEliminasi richiede direttamente via internet in caso di viaggio aereo e costa 14$;
si ottiene al varco frontaliero in caso di viaggio in auto e costa 6$.
In entrambi i casi vale 3 mesi e permette di entrare e uscire senza problemi.
L'uno non sostituisce l'altro per cui se alterni viaggi in auto a viaggi in aereo devi farli tutti e due. Per un cittadino canadese non serve nessun visto, ma basta il passaporto o la patente PLUS.