giovedì 6 settembre 2012

Anglofoni o Francofoni

Da martedì notte il Québec si fregia della sua prima donna Primo Ministro e Capo di Stato. Jean Charest, Primo Ministro uscente e chef del Partito Liberale del Quebec, in seguito alla sconfitta ha rassegnato le dimissioni e si é ritirato dalla vita politica.
Troppo facile iniziare la cantilena del confronto con l'Italia, con D'Alema inamovibile, Veltroni che doveva fare il missionario in Africa e tutto il resto del circo romano (Bossi, Casini, ecc.ecc.). Troppo facile la retorica delle pari opportunità (Santanché, Minetti, Rossi, ecc.), troppo facile lasciare cadere frasi qualunquiste e banali (abbiamo i politici che meritiamo, fino a che non li lasceremo tutti a casa, ci hanno lasciato invadere dai marocchini, ecc.ecc.).
Ah! Abbiamo pure l'attentatore: un povero pazzo che in ciabatte, passamontagna e vestaglia di seta nera corta ha cercato di sparare al neo Primo Ministro. E rinasce, solo sui media, perché nella vita di tutti i giorni non ci bada più nessuno, il confronto anglofoni/francofoni, come se il mondo non parlasse inglese, come se i nostri vicini (un mercato di 300 milioni di abitanti) parlassero aramaico, come se non sapessimo tutti che per avere un buon lavoro, per viaggiare, per vendere e comprare in giro per il mondo non servisse conoscere almeno l'inglese. Così si hanno argomenti per parlare, discutere e occupare il tempo in attesa che l'hockey finisca questo stupido braccio di ferro tra proprietari e giocatori che impedisce la partenza del campionato.
Per i fustigatori del malcostume italiano, per coloro che vivono dicendo "Ahhhh, ma all'estero non succede", Pauline Marois ha 63 anni, é in parlamento dal 1981 (31 anni) e ha avuto 17 incarichi ministeriali. Il nuovo che avanza.


4 commenti:

  1. Noto in questo blog una malcelata antipatia per Madame Marois, il suo partito e... il movimento di protesta degli studenti.
    Pauline Marois non sarà la statista del secolo, ma le alternative...
    Il primo ministro uscente, Charest, sguazza (sguazzava) nella corruzione. Legault(CAQ), dopo una vita passata in politica, si presenta come il nuovo! Trattasi inoltre di un imprenditore (fondatore di air-transat) che pretende di gestire la cosa pubblica come un'azienda. Ricorda qualcuno?
    Gli studenti che protestano, lo fanno perché vogliono preservare un modello di società in cui l'educazione (anche universitaria) sia accessibile a tutti. So che può sembrare un'aberrazione in Nord-America, ma in molti paesi europei (e in Québec!) funziona. Certo, un sistema scolastico pubblico costa. Il debito pubblico, il buco di bilancio... questione di priorità e di scelte di società.
    Io trovo che la protesta studentesca abbia aperto un vero dibattito su educazione, stato sociale, visione della società, che ha coinvolto migliaia di giovani (e non solo) spesso accusati di non interessarsi alla politica. Insomma, un salutare vento di printemps érable.
    Sulla questione della linuga infine, credo che saper parlare inglese in Québec sia fondamentale, ma ciò non impedisce di voler difendere, anche con delle leggi, la propria lingua-madre il francese, che è ancora una delle due lingue ufficiali del Canada!
    Studente in Québec
    P.S.: Françoise David (Québec Solidaire) è stata eletta all'assemblea nazionale. Una voce in più contro 'sta marea neo-liberale in salsa canadese!

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  2. Caro Studente anonimo, mi fa piacere leggere un commento battagliero e analitico. In realtà probabilmente intuisci meglio di me le mie idee, perché la mia prima reazione al tuo commento é stata: "beh, noti male".
    In post precedenti ho inserito il video di Gaétan Maudit, le differenti applicazioni di tasse nelle province e non ho mai lesinato polemiche e critiche verso la superficialità della precedente amministrazione verso sanità e malavita più o meno torbida. Non ho mai parlato male dei Caquisti, é vero, ma non li conosco abbastanza. Ad ogni modo non mi é sembrato di sparare sugli studenti. Ho partecipato anche io alle marmittate, ho sorriso amaramente alle accuse di terrorismo per i due petardi sulla metro e ho sacramentato con veemenza quando sono rimasto incastrato nel traffico provocato dalle manifestazioni. É però vero che l'elezione di Mme Marois non mi ha provocato gioia e entusiasmo, perché non mi sembra che una politica debba essere considerata una novità e un cambiamento solo perché donna. Mme Marois é un vecchio politico che ha costribuito al Quebec con interventi positivi e negativi (la sanità pubblica é un disastro e lei ne é stata uno dei maggiori responsabili)negli ultimi 30 anni. É un capo partito che si é salvata dall'essere dimissionata per mancanza di carisma, progetti e idee, solo grazie alla protesta degli studenti che ha travolto il mondo politico e giornalistico negli ultimi 9 mesi. Ha cavalcato la protesta degli studenti a proprio vantaggio, mi sembra sia stato chiaro. Certo le alternative... Mi é piaciuta Francoise David, mi dispiace che QS abbia completamente cannato la gestione della campagna elettorale (un misero 7% quando tutti speravamo almeno il 15%), ma almeno ci saranno 2 loro deputati. Sul dibattito sociale provocato dalla prostesta stendo ahimé un velo pietoso, visto che il risultato é stato l'inaspettata tenuta dei liberali (12 conteee su 15 per meno di 1000 voti, strano vero?).
    Per la lingua e il sovranismo, io sono confuso soprattutto quando ascolto gli operai della fabbrica in provincia dove lavoro. Le loro parole mi sembrano così lontane da quello che sento provenire dai circoli intellettuali della città. Ma del resto é sempre stato così, no? Gli intellettuali hanno sempre creduto di capire e leggere con chiarezza gli umori dei lavoratori ...
    Alla prossima. Ciao

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  3. Ciao Francesco. In effetti avevo letto un po' frettolosamente alcuni commenti. In più ho dimenticato il video del grande Gaétan Maudit. Fa spaccare dal ridere!
    Non volevo fare l'elogio del PQ, ma dal mio punto di vista mi sembra il più accettabile (o il meno peggio) dei tre grandi partiti che si sono presentati. Sicuro la gestione Marois è tutt'altro che impeccabile. Mi ricordo ancora l'assurdo progetto di legge dell'anno scorso, sull'anfiteatro di Québec, che ha scatenato una serie di dimissioni e che ha rischiato di far implodere il partito stesso.
    Concordo anche sul fatto che niente di nuovo è stato offerto agli elettori, ma anche qui diverse possono essere le interpretazioni. Se il leader ha esperienza, è una minestra riscaldata. Se esperienza non ne ha, non ê all'altezza del ruolo.
    Il dibattito a seguito della protesta studentesca non ha causato un terremoto elettorale, è vero. Ma le questioni sollevate sono lì e restano aperte. Certo, molte persone non se ne interessano per nulla (forse la maggioranza silenziosa di cui parlava Charest), ma un governo, quale che ne sia il colore, non può non occuparsene.
    Per quel che riguarda la sovranità, sicuro che la più parte delle persone non ci perde il sonno, che i problemi più importanti sono altri, la sanità, le imprese che chiudono, etc. D'accordissimo, sono questioni cento volte più importanti. Ma credo che un partito che aspira a governare una provincia (o un paese) debba presentare un progetto di società a 360 gradi, che affronti anche aspetti da molti considerati non primordiali, come la sovranità e il francese.
    In più, credo che proprio la questione della sovranità sia alla base della tenuta dei liberali. Nonostante tutto (corruzione, malagestione, etc.) il voto continua ad essere ideologico, pro o contro l'idea d'indipendenza del Québec.
    Infine la campagna elettorale di QS non è stata poi così male, per votare solidaire bisogna avere delle idee ben ancorate a sinistra, non è certo un partito che può piacere a tutti. Mettici poi il sistema elettorale e 'sta stramaledetta cantilena del voto strategico!
    Renato (lo studente anonimo)

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  4. Bravo Renato, hai ragione mi ero dimenticato della ridicolaggine dell'anfiteatro!
    Condivido le tue parole e rimango spesso "basito" della pigrizia del cittadino, oggi la benzina ha raggiunto $1,5/l e nessuno protesta. L'aumento della benzina (mi ricordo che nel 2008 era a $0.89/l) e delle tasse legate ai trasporti (biglietti trasporto pubblico, rinnovo patente, parcheggi pubblici, extra-tassa per gli abitanti di Montreal,ecc.) sorpassano di gran lunga l'aumento delle tasse scolastiche e ricadono su tutti coloro che usano l'auto (cittadini comuni, artigiani, muratori, operai e impiegati, studenti, giovani e vecchi, ricchi e poveri), ma nessuno dice niente. Certo potremmo andare tutti in bicicletta e in metro, peccato che non tutti abitino vicino al lavoro, non tutti siano senza figli e in salute, non tutti abitino in zone servite dai mezzi pubblici, ecc.ecc. L'aumento di tasse di trasporto e benzina, le congestioni e i ritardi portano aumenti a tutti i prodotti che devono essere trasportati o le cui materie prime subiscono un trasporto, ma non importa, andiamo tutti in bici con il carré rouge e beviamoci una birra!

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