venerdì 26 agosto 2011

Partire con un sondaggio

Quali sono le emozioni più forti che si affrontano non appena si sbarca a Montreal, il primo giorno di un cambio di vita che segnerà comunque il proprio futuro?
Solitamente gli incoscienti, senza famiglia, sono pervasi da entusiasmo e curiosità, gioia e spirito eroico, gli incoscienti, con famiglia, invece hanno paura e sonno, voglia di svegliarsi dall'incubo e di fuggire dalla famiglia!
Il nuovo sondaggio vi chiede di indicare le vostre paure, perché di gioia e entusiasmo ne abbiamo abbastanza!

Il sondaggio precedente vi chiedeva quali argomenti avreste voluto approfondire sul blog.
Avete scelto il lavoro, il trasloco e la casa, il che mi fa supporre che il pubblico del blog sia composto da un sano melange di saggezza femminile, equilibrio matrimoniale e disperazione italiana.
Seguono a distanza ragguardevole: la casa, la spesa e il pilu. Ultimissimi lo shopping e il week-end. L'argomento Ikea non ha ricevuto voti. La combinazione di quest'ultimo risultato con i voti ricevuti dal "pilu" e dallo shopping ci conduce alla conclusione che fra i votanti ci sono ci sono anche uomini. Età media 38 anni.
La prossima settimana inizieremo con la prima puntata: il lavoro a Montreal. Se avete domande prima che inizi la preprazione del post, scrivetemi i vostri commenti, ma fate presto, domenica arriva l'uragano!

17 commenti:

  1. Finalmente la prima a lasciare un commento sul nuovo post. Mi ci tuffo !!!! Un argomento interessante perché tutto secondo me o quasi (o almeno tanto!!!) in un cambio di vita di questo genere parte dallo stomaco sale al cuore e ritorna allo stomaco nel mio caso in modo particolare arriva solo a sfiorare il cervello. quindi EMOZIONi!!!
    Inoltre, volendo proseguire la scia lasciata da altri blog, é per me tempo di bilanci: un anno pieno compiuto a Montréal. Preparatevi il commento sarà lungo e pesante.
    Non appena atterrata a Montréal ho subito sentito un fortissimo senso di repulsione misto a paura sensazione di aver fatto la più grande stupidaggine della mia vita, panico. La sola cosa che avrei voluto fare sarebbe stata prendere l'aereo per tornare indietro. Mi giro e vedo il viso di mio marito assolutamente rapito dalla meraviglia di questa città, dal desiderio di cominciare una vita nuova e felice, entusiasta e alla ricerca di conferme "Vero che é tutto bellissimo?"
    io ero semplicemente terrorizzata. quasi tutto per me si svolge prima nello stomaco e solo molto dopo in altre parti del corpo, mal mio caso é un pó come se tutti gli organi vitali fossero collocati nella pancia soprattutto il cervello. Insomma una specie di mostro.
    Con il tempo, con molto molto tempo ho cominciato a capire che la domanda fondamentale che ci si deve

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  2. fare é "PERCHÉ" perché ho attraversato l'oceano, ho lasciato di lá la mia vita la mia famiglia i miei amici i riferimenti che ho costruito in 44 anni di vita il mio lavoro le mie conoscenze la mia lingua le mie abitudini tutte le cose che mi davano conforto. Perché obbligo i figli a parlare una lingua non loro a farsi nuovi amici a cambiare scuola abitudini routines.
    Se la risposta che ti dai regge tutto regge.
    Se la domanda trova ogni giorno una risposta valida importante e convincente tutto regge.
    il segreto sta nel porsi la domanda prima di partire con chiarezza e sincerità e pensare che una volta gettato il cuore al di lá dell'ostacolo puoi trovare la risposta che cercavi ma puoi anche non trovarla e allora il colpo di reni finale diventa mantenere comunque il cuore aperto, la mente sveglia , curiosa perché puoi trovare risposte diverse ma altrettanto importanti.
    io pera dessi le motivazioni le sto cercando una per una é come essere pollinico che segue le briciole di pane (quando non sono state mangiate dagli uccellini ... e allora si che diventa complicato) e cerca di ritrovare se stesso. in realtà il viaggio non é attraverso l'oceano ma é dentro se stessi, é una riscoperta, una rinascita, una reinvenzione e questa é la parte difficile soprattutto se lo fai quando non hai più tante frecce nella tua faretra e ogni frecce che tiri deve per forza centrare il bersaglio. Reinventandosi puoi scoprire cose di te che ti piacciono di più ma anche cose che ti piacciono meno; puoi capire che ti sentivi a casa tua una specie di supereroe e invece adesso fai fatica a mettere insieme una frase di senso compiuto per riuscire a dire che tuo figlio ha la febbre alta da tre giorni.
    Ti accorgi anche che se vuoi capire qualcosa del posto in cui sei e arrivare a sentirtici a tuo agio devi cambiare i tuoi PARAMETRI il metro di misura é diverso e non puoi continuare a misurare cose simili con metri di misura diversi.
    C'é poi qualche pazzo che in tutta questa giostra si diverte, la trova stimolante, trova risposte dietro ogni angolo e con il cuore e la mente aperte riesce ad affrontare questa avventura come un bambino che gioca a fare il pirata.
    Ho risposto al punto di domanda?

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  3. Pur non essendo mai atterrati a Montreal, partimmo con motivazioni molto importanti: andare a vivere in un posto in cu insegnare i propri valori ai figli non li penalizzasse una volta cresciuti. In secondo luogo c'era la ricerca della giustizia, intesa nel senso piu' ampio: sociale, economica, giudiziaria, meritocratica, eccetera. In Italia avevo un malessere tale che mi sentivo soffocare; ero e sono certo che sarei stato arrabbiato fino all'ultimo giorno di vita. Il mio atterraggio ha preceduto di due mesi quello di moglie e figli: ero felice e pronto a ricominciare tutto da capo, forte delle mie convinzioni, ideali e, come Lucia, autostima da supereroe. A distanza di 20 mesi da quel giorno, condivido alcuni dei malesseri di Lucia; in Italia mi sentivo "vincibile" solo dal sistema malato: arroganza, mafia e mafiosita' diffuse in ogni angolo e poro, ma la mia cultura (intesa come percorso educativo-professionale) e i miei valori mi facevano combattere. Qui, come Lucia, mi sorprendo a fare fatica a comunicare a un livello medio-alto, a non saper leggere contratti o fogli poco piu' complicati della media. Ma non ho bisogno di combattere o di difendermi. Sono ancora stupito dalla bellezza (anche questa intesa in senso ampio) della mia nuova casa; so che stiamo crescendo, e anche abbastanza velocemente. Nonostante personalmente io sia sceso di qualche gradino (culturalmente, economicamente, socialmente), il bilancio "familiare" (moglie+figli+nucleo familiare)è persino sorprendentemente positivo. Brevemente: alle difficolta' obiettive evidenziate da Lucia, la mia reazione e`quella da pirata felice di suo marito. Mia moglie e i miei figli non hanno nemmeno quelle difficolta' obiettiva. Gli affetti lontani sono un altro discorso, dolorosissimo e irrisolvibile
    Se era questo il tema del discorso!

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  4. Sono appena finite le ferie e mi obbligate a pensare...non so se il mio cervello é in grado .
    Diciamo pure che le mie paure , rapportandomi anche al sondaggio , erano 2 : lavoro ed adattabilità al Québec . Quello che invece mi ha spinto fortemente a venire qui é la ricerca di possibilità future per i nostri figli , la possibilità di avere quello che in Italia ormai manca da anni , ovvero una scelta futura in ambito lavorativo e sociale . Ma se per il primo caso inizio ad avere alcuni dubbi legati più alle basi dell'istruzione che mi sembrano leggerine , nel secondo caso , ovvero il sociale noto con piacere che esiste una vera cultura legata all'approccio ed alla sensibilizzazione a partire prorpio dai giovani ed a partire dai banchi di scuola . Elencando sempre pro e contro , apprezzo il lavoro che fanno con i bambini nell'obbligarli a ragionare ed ad usare la logica per risolvere i problemi matematici ...e futuri( ma questo i bambini non lo capiscono ancora) invece non accetto come si possa studiare la storia a partire dal 6 anno delle primarie e parire "solo" 100-150 anni fa . Ho chuiesto a mia figlia di domandare alla sua insegnante se per caso le risulta che sia successo qualcosa anche prima... La geografia non sano neanche cosa sia ! Poi ti dicono che avrai tempo all'università per studiare e riprendere certi argomenti , ma intanto rimani ignorante sino a 16 anni...ed inizio anche a capire alcune facce svampite che si vedono in giro!
    Come detto sopra quello che in realtà mi spaventava erano lavoro ed adattabilità , a sorpresa però tutto é iniziato nel migliore modo possibile ed allora adesso ti domandi se sarai bravo a tenere stretti questi status oppure farai dei passi indietro . Vero é che più vai avanti e più acquisisci esperienza di vita qui , più conosci l'ambiente , più migliori la lingua ed il dialogo con gli altri , ma soprattutto piano piano sfondi quei muri spessi e trasparenti che trovi davanti alle persone e riesci a fare anche amicizie . Rimango sempre dell'idea che molto dipenda dal tipo di lavoro , ovvero più é rigido ed intransigente il tuo settore di lavoro e più diventa difficile se non hai un certo tenore sociale avvicinarti agli altri .
    Io , come piaceva dire ai nostri nonni , vengo dalla terra , o dovrei dire dalla polvere visto che sono 25 anni che sono nel settore edile , quindi ho trovato terreni più fertili dove noi italiani siamo apprezzati prima per le capacità lavorative , poi per la mafia , da li ci devi mettere anche del tuo per legare . I bambini e la moglie si sono adattati molto rapidamente , non mi dimenticherò mai mio figlio che inizia il suo primo giorno di scuola senza sapere una sola sillaba di francese e che entra tranquillo e ti dice ciao mamma e ciao papa , io vado!!! Sto ancora spettando che torni indietro...
    Gli altri punti del sondaggio non li ho elencati perché mi preoccupano meno , non so a maontreal , ma qui sono contento della sanità , ma soprattutto sono contento e prego di non averne bisogno , il resto dipende sempre da cosa cerchi , da cosa vuoi e da cosa hai lasciato , ma soprattutto se era veramente necessario ed indispensabile . Noi prima che uomini e donne siamo genitori , quindi l`'elenco delle priorità non é lo stesso che avevamo 15 anni fa .

    Ultima cosa , mi piacerebbe un giorno non troppo remoto potermi esprimere in questo modo anche in francese ... chissà .

    Ciao Davide .

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  5. Il bello di questo blog é sempre stato che ci ho trovato forze positive, ottimiste e devo dire sempre equilibrate.
    Avete ragione sia Davide che Ale e io ci rifletto sempre molto, troppo poco. Il fattore crescita. Importante e non scontato a 45 anni. Che crescano i miei figli, che scoprano la capacitá di adattarsi di imparare cose nuove, di scoprire la trovo una cosa assolutamente normale ma che lo faccia io nel bel mezzo della mia vita, che lo faccia insieme a tutta la mia famiglia e che i risultati siano così visibili e appariscenti non é cosa altrettanto scontata.
    Sono peró convinta che la scelta la devi fare prima per te stesso e solo dopo per loro perché se tu non ti senti sereno e a tuo agio nel nuovo mondo loro non ci si potranno sentire mai. Nel nostro caso la coesione familiare lo stare vicini l'aiutarci e sostenerci l'un l'altro é stato il medicamento vincente: qui siamo più famiglia, più solidali, più attenti ai bisogni di ognuno e di tutti. Ci diciamo molte più volte al giorno che ci vogliamo bene e che siamo noi la nostra forza.
    Resta comunque secondo me vero che cambiando mondo devi essere capace di cambiare parametri, non puoi misurare le cose con il metro che usavi a casa tua altrimenti non capirai mai nulla del posto in cui sei.
    Forse per molti scrittori e lettori di questo blog le mie saranno considerazioni scontate e banali ma se l'attraversamento dell'oceano é una scelta definitiva o quanto meno a lungo/lunghissimo termine e non un "esperienza" forse cambiare gli occhiali con cui vedi il mondo, cambiare l'approccio alle cose, cambiare abitudini, riferimenti, rapporti umani, clima e tanto altro non sono poi passaggi così facili e immediati e in tutto questo conservare ottimismo, sicurezza di sé e determinazione richiede grande equilibrio.
    In ogni caso grazie amici per quanto mi fate pensare e sempre a cose belle. siete una grande risorsa.

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  6. Ciao Lucia,
    Mi chiamo Nadia. Francesco, Alessandro e Davide già mi conoscono, li stresso da qualche settimana. io e mio marito, con nostro figlio di 2 anni, stiamo pensando di fare il grande passo. Puoi ben immaginare in che turbinio di dubbi e perplessità ci troviamo. Ogni giorno leggendo sui vari blog, leggo argomenti che mi fanno propendere per il si e giorni, che dopo aver letto i post, mi dico "me ne resto qui!".
    Ti faccio i miei complimeti per aver fatto una scelta di vita così importante, che io vorrei fare ma a volte ho paura.
    Ti chiedo di darmi tutti le informazioni, sia positive che negative, che possono essermi utili.
    In tutti i casi a marzo, pensavamo di venire di persona per vedere con i nostri occhi il posto.

    @tutti: Poichè siamo molto indecisi sulla città (Quebec city mi piace perchè è molto "europea" e mi sembra più a misura d'uomo, Toronto deve offrire un sacco di opportunità lavorative, Montreal, Burlington, mio marito guarda anche Ottawa), ci date qualche consiglio?
    grazie

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  7. @Lucia
    é normale che tutto parta da una nostra scelta (intesa come coppia) altrimenti tutto sarebbe stato complicato sin dall'inizio . Concordo con i differenti metri di valutazione e parametri in scale differenti (e non solo perché qui usano ancora il sistema Imperiale) noi siamo venuti qui convincendoci che dovevamo resettare tutto il nostro modo di vivere , le nostre abitudini , dovevamo ambientarci il prima possibile ai loro stili di vita e di pensiero .
    Ti dirò che ci abbiamo provato alcuni mesi , poi ho iniziato a capire che l'essere me stesso qui era la soluzione migliore , perché voler essere un quebecoise quando sono un italiano fiero delle mie origini meridionali tanto quando disprezzo la classe politica italiana ? Io sono io in Italia come qui in Qc , con pregi e difetti e questo mi distingue , sono apprezzato da alcuni come sono indifferente ad altri , questa é la vita .
    Ne ho sentiti parecchi dire che non devo cercare cerchie di conoscenze italiane , che devo fare di tutto per farmi accettare dai quebecoise ; ma perché ? . Quando ho smesso di chiedermelo ed ho iniziato a ricordare ai più che vengo dall'italia e non dal pianeta delle scimmie ho iniziato a sentirmi più a mio agio , apprezzando cmq quello che amo di questo paese , ovvero il rispetto delle regole , la semplicità nelle cose così come i rapporti di amicizia con le persone vere , con quelle che vogliono , non con quelle che sono dure da approcciare solo perché é cosi in generale . Spero di non esere stato troppo complicato nel mio ragionamento .
    Tornando al fattore crescita , io mi ritengo cresciuto qui a Qc , ogni giorno mi confronto con situazioni di lavoro differenti e stimolanti che arrichiscono il mio bagaglio di conoscenze , così come ogni giorno mi confronto con una lingua che non é mia , sono stimolato nell'apprendere e nel conoscere , cose che invece ormai davo per scontato in Italia e solo ora me ne accorgo .
    Infine concordo con te nel dire che qui ci sentiamo più famiglia , vuoi perché abbiamo più tempo da passare insieme , vuoi perché siamo solo noi e ci sentiamo più vicini tra di noi .
    Non é che non voglio parlare di quello che non va , ma come detto le priorità sono altre e mi accorgo che quello che non va non é così fondamentale da rovinarmi la vita , l'ho fatto per anni adesso guardo il bicchiere mezzo pieno !!!

    Ciao e grazie della chiaccherata .

    Davide .

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  8. @Nadia
    Ciao Nadia , prima di tutto mi scuso per non averti risposto sull'altro post , in realtà lo avevo fatto ma dopo una bella e lunga risposta é bastato un tasto che devo ancora scoprire per cancellare il tutto , a quel punto ( visto che non é la prima volta ) mi sono detto ci rinuncio .
    Noi verremo in Liguria a Dicembre , verso la metà , quindi se ne avete voglia ci possiamo incontrare e chiaccherare di persona per darvi un'idea più da vicino , tieni però presente che io tifo per Qc e se un giorno la vedrai potrai capire il perché .
    É vero pero che tutto dipende dal vostro lavoro e spesso una città é preferita all'altra prorpio per questo .

    Solo una considerazione : anche noi come te leggevamo parecchi blog ; un giorno ci facevamo un'idea mentre il giorno dopo cambiavamo opinione .
    Come ho già scritto , mi sono ricreduto sia in un senso che nell'altro per diverse situazioni , ovvero lavoro , scuola , rapporti umani , sanità , traffico cittadino ecc.
    Questo per dirti che tutto deve sempre nascere dalla volontà di fare o no il grande passo , non ad occhi chiusi , anzi ad occhi ben aperti credendo nelle prorpie possibilità e capacità ed avendo fiducia nella scelta che vorrete intraprendere .

    Detto questo se vuoi si potrebbero anche analizzare , o per lo meno si potrebbe chiaccherare , su cosa ti/vi turba e su cosa ti/vi preoccupa , ma soprattutto se quello che hai letto risponde a verità .

    Ciao Davide .

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  9. Ciao Nadia non stressi nessuno anzi a ognuno di noi piace credo raccontare il percorso della propria personale follia e di sicuro questo spazio aperto aiuta, almeno ha aiutato me, a condividere riflettere aggiustare il tiro quindi ogni riflessione pensiero, perplessità é la benvenuta poi sei circondata da uomini saggi e protettivi il solo elemento destabilizzante sono io.
    detto questo credo che non ci siano informazioni positive o negative particolari. sono sempre più convinta che il successo dell'impresa sia nella risposta che quotidianamente ti dai alla domanda "PERCHÉ voglio andare in canada"e quando sarai qui "PERCHÉ sono venuta in canada".
    premetto che non ho visto ancora né quebec né toronto. ti riferisco quello che tante persone che ho incontrato mi hanno detto di queste due città.
    di quebec ho sentito : é una città molto tranquilla a misura dúomo, molto europea nello stile e nell'architettura, più fredda di montreal, non é difficile trovare lavoro, gli abitanti sono meno pareti rispetto ai montrealesi ma come in tutto il canada in ogni caso cordiali e amichevoli, si parla quasi esclusivamente francese, si mangia discretamente bene e trovi prodotti simili ai prodotti europei soprattutto francesi., fantastica per i bambini
    toronto : città molto grande, una vera metropoli, il clima credo molto simile a montreal, architettonicamente molto più vicina agli stati uniti, buone possibilità di lavoro, down town molto bella e spettacolare in stile nord americano, grande vivacità culturale, mille culture tutte perfettamente integrate, nonostante sia una città enorme grande ordine, rispetto e civiltà (cose che non mancano a quebec ma forse lí date le dimensioni sono più facili) si mangia bene anche se data la multiculturalitá non cé' una caratterizzazione culinaria( sia a quebec che a montreal l'impronta francese ed europea sono dominanti)

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  10. a davide e ad ale il compito di precisare e smentire l'oceano di luoghi comuni che ho scritto.


    montreal: qui posso parlare con un pó più di cognizione di causa.
    io ci sono da un anno. la città e'grande (sullísola circa due milioni di abitanti) ma non ti dá questa impressione. é organizzata a quartieri ognuno con una caratterizzazione molto precisa, una marca distintiva. quartiere francese dei primi del secolo bello con casette basse molto verde pieno di parchi molto tranquillo con grandi spazi per i bambini attività culturali abbondanti piscina del quartiere (un pó fané ma accessibilissima) campi sportivi. quartiere inglese molto chic elegante belle case pochi negozi residenziale, plateau il quartiere degli artisti un pó confusionario con negozi vintage tutto di riciclo e recuperato insomma figli dei fiori. questo tipo di caratterizzazioni le puoi declinare per ognuno dei quartieri di montreal.
    ci sono anche quartieri con un pó di problemi, quartieri disagiati in cui la criminalità é un pó più evidente.
    criminalitá: io non l'ho mai percepita pur spostandomi moltissimo da sola, con le mie bimbe, in metropolitana (per altro bellissima e facilissima da utilizzare) hai sempre límpressione muovendoti in città di essere in sicurezza, tranquilla protetta e questa é una bella sensazione che io purtroppo ho sempre dato per scontata essendo nata e vissuta in una piccola città di provincia.
    montreal offre tantissimo dal punto di vista culturale a qualsiasi livello sia per gli adulti che per i bambini in qualsiasi periodo dell'anno. si potrebbe pensare che in inverno non ci sia altro da afre che restare chiusi in casa ad aspettare che passi il freddo ma non é così. ti vesti, ti proteggi nelle giornate particolarmente fredde e puoi andare a divertirti con i tuoi bambini sulle piste da sci o semplicemente scivolando con la slitta o andando a teatro o a l cinema o a fare una passeggiata per negozi (anche alla domenica) o andando in un centro sportivo o partecipando ad un atelier fra i tanti proposti o andando in un museo il tutto senza dover incrnare il budget familiare. ci sono poi altrettante e più occasioni fuori dall'isola di montreal.

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  11. aspetti negativi (dal mio punto di vista ovviamente ca va sans dire)
    secondo me la città in alcune zone soprattutto é sporca. non credo sia responsabilità dell'amministrazione ma dei cittadini, delle loro abitudini (che si sono sviluppate in svariate angoli della terra e qui confluite) e in parte anche della poca attenzione che la città ha dedicato all'educazione e al rispetto degli spazi comuni.
    l'aspetto sanitario deve essere affrontato e gestito on nervi saldi. io per ora per grande nostra fortuna non ho mai avuto necessitá delle strutture mediche. chi le ha utilizzate e chi ci lavora dentro mi dice che sono ottime e funzionano benissimo. qui peró come in tutto il nord america e credo tutto il mondo anglosassone non esiste il pediatra se non come specialista al quale ti indirizza il medico di base generico in caso di patologia. i medici di base sono pochi e sovraccarichi di pazienti da qui nasce il disservzio e l'impossibilitá di assegnare ad ogni cittadino un proprio medico quasi per la vita. non esiste inoltre una rete comune per la ricerca del medico. questo significa che se vuoi avere un centro di salute di riferimento devi chiamarli uno per uno e chiedere tu se hanno posto. sarebbe più semplice se ci fosse un ufficio solo che tira le fila di tutti i centri di salute pubblica.
    dell'istruzione ha già parlato davide. io ho sentito opinioni molto diverse fra loro e ritengo che nel metodo quebbechese ci siano qualità positive come l'insegnare ai bambini il lavoro d'équipe, la ricerca, sviluppare il senso critico, lo studio delle lingue, la mancanza di paranoia per lo studio delle nozioni fini a se stesse. l'idea che mi sono fatta dell'impostazione dell'istruzione nel quebec é che sia molto fluida, aperta non schematica e rigida per questo può dare l'impressione di essere inconsistente ma forse semplicemente sviluppa altre capacitá e valori ai quali con il tempo il singolo deve , per piacere personale e sete di conoscenza, aggiungere nozioni.
    sará un piacere nadia potervi incontrare in marzo quando verrete in canada e approfondire ciò che sarebbe troppo lungo e complesso scrivere, in ogni caso se hai paure o dubbi o incertezze precise scrivile. aiuta sia ora che dopo se deciderete di trasferirvi. tira fuori tutto quello che ti viene in mente.

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  12. ciao carissimo davide.
    mi fa molto piacere essere d'accordo con te nel mantenere la propria caratterizzazione italica credo anche io sia un punto vincente per altro molto apprezzato dagli amici quebecchesi e non.
    io amo lítalia e non posso negare he mi manchi moltissimo . pensando alle altre mille cose che avrei da raccontare a nadia una delle difficoltà da superare qui sono per me gli spazi. tanti grandi troppi!!!! io soffro di agorafobia !!!! in italia in unóra e mezza arrivavi in un sacco di posti bellissimi e tutti diversi fra loro qui devi programmare gite di almeno tre giorni per vedere un posto in cui riesci a rimanere per un terzo del tempo impiegato. questo mi manca assai!!!
    baci ragazzi vado a lavorare

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  13. Confermo tutto cio' scritto da Lucia e Davide, essendo valido anche per Toronto e vicinanze. Tranne che per la sanita' e la pulizia. Non abbiamo avuto alcuna difficolta' a trovare il pediatra ed il medico di famiglia e con entrambi abbiamo esperienze bellissime. Nulla di grave, ma abbiamo fatto vaccini, checkup periodici, visite improvvise e certificati medici. Siamo persino andati al pronto soccorso una sera, col panico, per la piccola. Grande cortesia, professionalita', umanita' e tempi brevissimi. Un po' delusi dal walking clinic, una sorta di medico di emergenza molto diffuso; il pediatra ci ha sconsigliato di rivolgerci a loro e ci ha invitato a fare affidamento su di lui. NOn abbiamo esperienze di tempi di attesa lunghi per visite specialistiche; io ne ho fatta una e ho aspettato un mese, ma so di altre patologie nelle quali i tempi sono piu lunghi. Toronto e dintorni e' pulitissimissima. Le distanze enormi, l'architettura oscena (ma io amo la storia e odio gli USA). Dell'istruzione so poco: Lorenzo andra' in prima, ma sono soddisfattissimo della valutazione online delle scuole, che ti consente di scegliere la migliore disponibile, e di quello visto sino ad ora. So che non si insegna la grammatica, la storia, la geografia e mi sembra una cosa molto stupida. Suppliremo a casa a queste mancanze, essendo affezionati alla scuola pubblica italiana degli anni 1975-1988.Sono terrorizzato vedendo tutte le teenagers con gonne ascellari, essendo padre di una duenne che gia' mi manipola come vuole. Ma per quello c'e' tempo. Per fortuna non ho mai potuto riscattare la laurea.

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  14. @Alessandro: ma come ci sono le minigonne ascellari anche in Canada? e io che speravo fosse una moda tipicamente europea! Beh, tanto io ho un maschio,....però pensandoci bene....questo vuol dire che me ne porterà una in casa vestita così,... e magari dovrò anche dire che è bella.....che suocera che sarò!
    Riscatto laurea: io ho fatto la richiesta nel 2008 e non mi hanno ancora risposto! Ma ormai....
    Per quanto riguarda la scuola canadese, se valutiamo "tempo utilizzato-risultati ottenuti" nella scuola italiana chiedendo a dei ragazzi con quali nazioni confina l'Italia o di coniugare al passato remoto il verbo essere, penso che arriveremmo alla conclusione che il metodo canadese è migliore!
    Pur preferendo il metodo canadese, sicuramente dovessimo fare il grande passo, io e mio marito a casa colmeremmo le lacune.

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  15. @Lucia: Ciao Lucia!
    Ancora non ci conosciamo, ma condivido in pieno quello che scrivi. Sicuramente se faremo il grande passo, io sarò come te (titubante, perplessa e un po' ansiosa) e mio marito sarà come Francesco, Alessandro e Davide (rassicuranti, pacati). Penso che si tratti di genetica, noi donne in generale siamo più macchinose, più "agitose".
    Passando all'argomento lavoro: ti posso chiedere come è stata la tua storia? in quanto tempo hai trovato qualcosa e soprattutto in quale settore lavori?In che lingua ti esprimi, inglese o francese?
    Da cosa ho capito, hai due bimbe. Sono piccole?
    Quando hai descritto Montreal hai parlato di quartieri francese i quartieri inglesi? Ma quale è la zona migliore per vivere?
    Io che vago con Google Earth, sono rimasta ben impressionata dall'Ile de Souer e dalla zona sud di Montreal (Monteregie), in particolare Brossard. Ho avuto le impressioni giuste?
    E tu in che zona vivi?
    Per ora finisco di stressarti.

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  16. @Davide:Ciao! Volentieri! Ci farebbe molto piacere mangiare una pizza insieme. Teniamoci in contatto.
    Dato che tu tifi qc, mi potresti descrivere qualsiasi aspetto tu ritenga possa essere utile.
    QC è forse la città in cui ho trovato commenti contradditori: alcuni la descrivono come la città a misura d'uomo, più europea, dove si mangia bene, altri dicono che sia carissima, tempo da paura, difficoltà nel trovare lavoro ed amicizie.
    Per favore, chiariscimi le idee!

    @francesco:Attendo con ansia l'approfontimento di tutti gli argomenti che mi procurano ansia!!
    Ciao

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